Sabato e domenica “La Fortuna con l’effe Maiuscola” al Teatro San Francesco di Favara
Sarà la compagnia teatrale “Il Piccolo Teatro…Seguimi” a chiudere la terza Edizione di “Rassegnati”, il palinsesto teatrale ideato dal direttore artistico Giuseppe Cioppino Crapanzano. Dopo i successi di un’intera stagione teatrale, sul palco del Teatro San Francesco di Favara sabato sera 6 aprile - a partire dalle ore 20.30 - si esibiranno gli attori diretti dal regista Lillo Trupia.
“In memoria di padre Calogero Brancato (Patri Calò), nostro primo presidente, grande uomo e sacerdote e di Tano Sorce, attore di grande talento degli inizi del nostro gruppo, deceduti di recente 'Il piccolo teatro...seguimi!' ritorna quest’anno con una piccola grande-commedia, quasi un dramma popolare e romantico, in cornice comica: 'La fortuna con l’effe maiuscola', una commedia datata ma pregna di temi attuali - dice il regista favarese Lillo Trupia -. È un Eduardo minore quello di questa pièce, scritta nel 1942 in collaborazione con Armando Curcio, ma pregno di quasi tutti gli ingredienti di quello maggiore: la leggerezza, l’ironia sottile, mai sbracata, con forte senso etico, mai moralista, una punta di poetica malinconica, un volo di rimpianto e una struggente tenerezza verso i suoi personaggi, specie quelli più deboli e indifesi. Soprattutto riproduce costumi e immagini palpitanti di verità attuali e inconfutabili: valore della famiglia, rapporti e incomprensioni fra coniugi, fra genitori e figli, solidarietà, indispensabilità dell’amore per tenere unito il nucleo familiare, fiducia nei giovani figli adottati... La regia, fedele al suo progetto di traporre il teatro napoletano in chiave siculo-favarese, propone questa edizione della commedia, ambientandola in una Favara dei tempi trascorsi e presentando con assoluta sincerità e con mano garbata i caratteri dei vari protagonisti: Giovanni Popolo (Peppe Trupia) uomo grottesco in apparenza, ma carico di amarezza e malinconia, il quale nello sforzo di far quadrare i magri pranzi con le magre cene, si assume l’onere, ora con mezze parole, ora con frasi appena accennate, di criticare le ingiustizie della vita e della società. Cristina (Cettina Bennardo) madre adottiva, ma piena di tenerezza e di umanità, disposta a passare guai per Liccuzzu (Giuseppe Crapanzano Cioppino) rimasto orfano e cresciuto da lei. A quest’ultimo “poviru malateddru”, mezzo scemo e dispettoso, si sono volute affidare alcune sottolineature non macchiettistiche e talvolta quasi patetiche. Sullo sfondo una realtà piena di tribolazioni e di miseria- conclude il regista Trupia- che si arrabatta alla ricerca di quanto mai attuale riscatto sociale attraverso il sogno di una ricchezza improbabile: da una improvvisa eredità o da un lotto settimanale, gioco perenne tra miseria e nobiltà, piccoli imbrogli e bontà di cuore”.
La serata del 6 aprile è già sold out.