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Economia

Disoccupati ma spendaccioni, l'Agrigentino nella "top ten" dei consumi

Nonostante sia una delle province con i dati più preoccupanti in termini di disoccupazione, soprattutto giovanile, gli agrigentini non rinunciano ad acquistare ... ma a rate

A fronte di oltre tre miliardi e 300 milioni spesi dai siciliani nel 2018 per l'acquisto dei cosiddetti "beni durevoli" come auto, elettrodomestici e oggetti per la casa, quasi 250milioni sono stati spesi dagli agrigentini. Così, una delle province dove più forte è stato l'effetto della crisi economica, entra prepotentemente nella "top ten" dei territori in cui maggiori sono i consumi.

L'analisi è realizzata dall'osservatorio della Findomestic, che, appunto, ha registrato i flussi di spesa a livello regionale e provinciale. Stando a questa analisi, la spesa è aumentata maggiormente a Messina (2,7%), Enna e Siracusa (2,2% entrambe), seguite da Agrigento (1,7%), Palermo (1,6%) e Trapani (0,9%); a Catania (+0,1%) e Ragusa (-0,3%), mentre l’indicatore si mostra in calo a Caltanissetta (-1%”. Considerando la spesa media, con 1.651 euro per famiglia la Sicilia occupa la terzultima posizione tra le regioni italiane, evidenziando un gap con la media nazionale di 705 euro.

Nel 2018 in provincia di Agrigento – secondo le rilevazioni dell’osservatorio Findomestic – la spesa per beni durevoli ha raggiunto 249 milioni di euro. Le auto di nuova immatricolazione sono state 5.086 per una spesa di 49 milioni da parte delle famiglie (+2,7%). Le auto usate hanno alimentato un mercato da 71 milioni di euro: +3% rispetto al 2017. Agrigento è anche la provincia con il migliore saldo in valore per i motoveicoli: +28%. Nel comparto ‘casa’, frenata per gli elettrodomestici (-2,4%), per l’information technology (-2,8%) e per l’elettronica di consumo (-3,7%). Bene, invece, i mobili con una crescita in valore dell’1,9% che fa attestare la spesa totale del comparto a 80 milioni di euro.

Insomma, si compra: ma con quali soldi? E' stato un altro studio, questo del centro studi della Cgil a spiegare che in provincia di Agrigento l'occupazione era calata negli ultimi anni fino al 30% circa, con percentuali altissime di disoccupazione tra le donne e una fetta molto preoccupante di "neet", ovvero i giovani che non lavorano e non studiano. 

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