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Cronaca

Ucciso perché non si piegava alla mafia, i figli: "Avevamo ragione"

La svolta nell'inchiesta si è avuta nel luglio del 2017 quando vennero mostrati degli album fotografici ad alcuni parenti della vittima che avevano assistito all'omicidio

Si chiamano Gaetano e Francesco Passafiume e sono i figli dell’imprenditore di Cianciana ucciso nel 1993. Loro non hanno mai creduto che il padre fosse realmente coinvolto nelle vicende di mafia. Entrambi, però, sono stati costretti a lasciare la Sicilia.

Ucciso perché non si piegava alle regole di Cosa Nostra, dopo 25 anni arrestato il killer

“Nostro padre è stato vittima del racket. Lo diciamo da anni, lo abbiamo gridato ai 4 venti e adesso è arrivata la svolta”. Queste le parole dei figli di Diego Passafiume. “Cosa abbiamo fatto in questi anni? Non ci siamo mai dati pace – dicono al Giornale di Sicilia – abbiamo fatto le nostre indagini, letto pagine e pagine di giornali. Ci siamo documentati. Siamo riusciti a fare riaprire le indagini grazie all’impegno della magistratura. Siamo stati costretti ad abbandonare la Sicilia in cerca di lavoro perché con la mancanza di nostro padre abbiamo incontrato tante difficoltà dovute anche alla nostra tenera età. Per 25 lunghissimi anni siamo stati in attesa di giustizia. E adesso è arrivata una prima risposta alla nostra domanda di verità”.

La svolta nell'inchiesta si è avuta nel luglio del 2017 quando vennero mostrati degli album fotografici ad alcuni parenti della vittima che avevano assistito all'omicidio. A carico dell'indagato, Filippo Sciara, anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

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