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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"Tutino non fu ucciso", Procura chiede archiviazione dell'inchiesta

Il pm: "Non ci sono riscontri per sostenere che non si sia trattato di un incidente". Il legale della famiglia chiede altre indagini

Secondo il pubblico ministero Alessandro Macaluso, trasferito nei mesi scorsi, l’agrigentino Pierino Tutino, 54 anni, noto per il suo coinvolgimento in inchiesta di mafia, droga e criminalità spicciola, non fu ucciso ma morì in un semplice incidente stradale. Il difensore dei familiari, dai cui esposti partì l’inchiesta in cui furono indagati due commercianti, l’avvocato Salvatore Pennica, si oppone e chiede al gip di disporre nuove indagini e, in particolare, di eseguire una “ricostruzione cinetica del sinistro che presenta troppe anomalie”.

A decidere se proseguire le indagini per omicidio, in questo momento a carico di ignoti, dopo avere sentito tutte le parti, sarà il gip Alessandra Vella. L’udienza, in programma ieri ma rinviata per un impedimento dello stesso Pennica, è in programma il 29 novembre. Tutino è morto il 22 ottobre di due anni fa in circostanze apparse da subito particolarmente strane. Il cadavere del cinquantaquattrenne, precipitato da oltre venti metri, fu trovato ai piedi della bretella di collegamento fra piazzale Rosselli e la statale 189. 

Ben presto, però, l’inchiesta passò alla squadra mobile che, sollecitata da alcune fonti, ricostruì le ultime ore di vita di Tutino, trascorse in un bar del centro, e misero sotto controllo i telefoni dei due gestori dell’attività che, parlando fra loro, in effetti, si mostravano preoccupati che si potesse scoprire o sapere qualcosa. L’attività, comunque, non ha portato a nulla di altro.

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