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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Abusi sulla legge 104, "Porta a Porta" rievoca il caso Agrigento

Il capo di Gabinetto della Questura Carlo Mossuto ha ricostruito l'inchiesta: "La carica delle 104" che il 22 settembre del 2014 portò alla notifica di diverse ordinanze cautelari

Legge 104, permessi per l'assistenza a parenti malati o invalidi e abusi. Tanti abusi. I riflettori e le telecamere di "Porta a Porta", accendendosi sul caso dei dipendenti della Regione Siciliana che si sarebbero fatti adottare per poter beneficiare della legge 104, non potevano che finire anche ad Agrigento. Perché ad Agrigento c'è stata un'inchiesta: "La carica delle 104" che il 22 settembre del 2014 portarono la Procura e la Digos ad eseguire sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, 7 ai domiciliari e a 5 indagati venne imposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Inchiesta che, con i successivi sviluppi, è arrivata - nelle scorse settimane - a 9 condanne, una assoluzione, 48 rinvii a giudizio, 10 patteggiamenti e una sentenza di non luogo a procedere. I verdetti, per i tre tronconi processuali, sono stati emessi dal Gup del tribunale di Agrigento Stefano Zammuto. 

Musumeci contro i furbetti della 104: "Dipendenti adottati per avere permessi"

"E' una truffa ai danni dello Stato, né più, né meno" - ha dichiarato, ai microfoni del giornalista Fabio D'Alfonso, un agrigentino che si trovava davanti al santuario di San Calogero - . Sullo scandalo Agrigentino - nato nel mondo della scuola dove grazie alla complicità di medici compiacenti alcuni insegnanti sarebbero riusciti ad ottenere false certificazioni di invalidità per loro o per i loro congiunti - ha indagato la Digos della Questura della città dei Templi prima coordinata dal vice questore Carlo Mossuto e poi dal vice questore Patrizia Pagano.

30440716_10214179037567269_2461221628764225536_n-5​"C'erano dei soggetti privati che fungevano da procacciatori di falsi invalidi, con la compiacenza di medici che redigevano certificati ovviamente fasulli, e riuscivano - ha ricordato ai microfoni di Fabio D'Alfonso il capo di Gabinetto della Questura: vice questore Carlo Mossuto - a raccogliere tutte queste false patologie che consentivano al futuro fruitore di giungere innanzi alla commissione con la pratica già pronta. La bontà delle indagini è stata certificata in fase processuale - ha aggiunto il vice questore - alla luce dei numerosi patteggiamenti chiesti dagli imputati, molti riti abbreviati e una cinquantina di rinvii a giudizio". 

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