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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Tentata estorsione ad un imprenditore", c'è un terzo indagato

L'inchiesta è quella della presunta richiesta di "pizzo" fatta dal boss Antonio Massimino e da Liborio Militello ai danni di un edile e di suo figlio

C'è un altro indagato nell'inchiesta sulla presunta estorsione compiuta dal boss Antonio Massimino e da Liborio Militello ai danni di un imprenditore edile e di suo figlio, impegnati a costruire un edificio in città. Lo rende noto il quotidiano La Sicilia.

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Sarebbe stato lo stesso Massimino a fare il nome del nuovo indagato nel corso di una conversazione con i due imprenditori agrigentini. Ieri, si legge sul quotidiano, il pubblico ministero della Dda di Palermo, Claudio Camilleri, "ha fatto notificare ai tre indagati, attraverso gli investigatori della Dia di Agrigento, il provvedimento riguardante un accertamento tecnico non ripetibile sul materiale informatico (telefoni cellulari) sottoposto a sequestro".

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Nei mesi scorsi, i giudici del tribunale del Riesame di Palermo hanno annullato l'ordinanza in carcere firmata a carico di Massimino nella parte in cui gli si contestava di avere tentato di imporre l'assunzione di un operaio. Delle tre ipotesi di tentata estorsione aggravata - aggravata dall'agevolazione a Cosa Nostra - che fecero scattare all'inizio di novembre il fermo della Dia, ne è rimasta in piedi solo una, che riguarda un presunto tentativo di taglieggiamento, indirizzato sempre nei confronti dello stesso imprenditore e del figlio. Liborio Militello, su incarico di Massimino, lo avrebbe invitato con toni minacciosi a onorare un debito di 85 mila euro. 

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