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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Tangenti per finanziamenti a tasso agevolato", udienza preliminare non decolla

Il gup ha chiesto al pm di produrre un decreto che autorizza alle intercettazioni, rinvio al 17 settembre

Non decolla l'udienza preliminare a carico di diciassette imputati accusati di avere messo in piedi un giro di tangenti in cambio della concessione di prestiti a tasso agevolato da parte dell'Irfis, istituto di credito di cui la Regione è unico azionista. Ieri mattina l’udienza è stata ancora rinviata, dopo un breve passaggio di pochi minuti, perché il pm Simona Faga non è riuscita a produrre un decreto che autorizzava alcune intercettazioni in un procedimento paralello.

La questione è ritenuta decisiva per l’utilizzabilità di tutte le conversazioni agli atti. Il gup Alfonso Malato ha rinviato al 17 settembre ma a celebrare l’udienza preliminare potrebbe essere un altro giudice alla luce della sua promozione a presidente della sezione penale del tribunale che sarà operativa nelle prossime settimane. L’inchiesta ruota attorno a due personaggi chiave: il consulente del lavoro Antonio Vetro, 48 anni, di Favara, e il funzionario dell'Irfis Paolo Minafò: entrambi erano finiti in carcere il 21 giugno, giorno dell'operazione “Giano Bifronte”, eseguita dalla Guardia di Finanza.

Vetro, secondo l’accusa, avrebbe ideato un sistema corruttivo che si serviva della società di consulenza Intersystem srl di cui lui era amministratore e Minafò sarebbe stato socio occulto. Le tangenti, secondo quanto avrebbe accertato l’inchiesta, sarebbero state necessarie perché in caso contrario la richiesta di finanziamento sarebbe stata bloccata con un pretesto oppure scavalcata dalle altre che erano state presentate dagli imprenditori che avevano pagato la “bustarella”. 

Nella lista degli imputati ci sono altri quindici imprenditori - soci di piccole attività che operano in svariati settori - accusati di avere corrotto Minafò attraverso Vetro. 

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