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Cronaca

Tangenti all'Agenzia delle Entrate, inchiesta "Duty free": annullato licenziamento di un funzionario

La contestazione disciplinare, secondo il giudice del lavoro, "è stata notificata 24 ore dopo la scadenza del termine". Vincenzo Tascarella, accusato di corruzione, falso e abuso di ufficio, sarà reintegrato e risarcito

“La contestazione disciplinare è stata fatta tardivamente rispetto al termine perentorio previsto dalla legge dei 40 giorni”: le 24 ore di ritardo con cui l’Agenzia delle Entrate ha notificato gli addebiti al suo funzionario Vincenzo Tascarella, 63 anni, arrestato il 10 dicembre del 2015 nell'inchiesta Duty Free, che ha disarticolato un presunto giro di tangenti, in cambio di favori e annullamenti di sanzioni tributarie, fanno saltare il provvedimento per un vizio di forma.

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Il giudice del lavoro Bartolo Salone ha, infatti, annullato il licenziamento e condannato l’Agenzia a reintegrarlo nel posto di lavoro e “risarcirgli il danno versandogli la retribuzione dal giorno del licenziamento, oltre ai contributi previdenziali e assistenziali”. Il magistrato ha accolto uno dei motivi del ricorso dei difensori, gli avvocati Sonia Vella e Lorenzo Infantino, e ha annullato il licenziamento ritenendo che la contestazione sia stata notificata in ritardo rispetto al termine di 40 giorni.

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La questione nasce da una differente interpretazione, più che da un disguido, perché l’Agenzia delle Entrate riteneva di far decorrere il termine dal giorno in cui la Procura della Repubblica di Agrigento le ha trasmesso l’ordinanza di custodia cautelare, vale a dire il 15 dicembre del 2015, giorno in cui avrebbe avuto "conoscenza degli addebiti penali". Il giudice sottolinea: “Come è documentalmente attestato, il 10 dicembre (giorno dell’arresto) i finanzieri andarono nel suo ufficio insieme al suo difensore e allo stesso Tascarella per una perquisizione”.

Ne consegue che, secondo il giudice, "che in quel  momento l’ufficio aveva già conoscenza diretta del fatto”. La notifica dell'addebito disciplinare è stata eseguita il 22 gennaio, un giorno dopo la scadenza. 

Tascarella, che per questi fatti finì in carcere, è accusato di corruzione, falso e abuso di ufficio. In particolare, sostiene la Procura, avrebbe favorito l’annullamento di una sanzione tributaria all'imprenditore Salvatore La Porta in cambio della sponsorizzazione di 6 mila euro alla polisportiva Invicta Amagione di cui era istruttore nel tempo libero, di una cassetta di gamberoni e di un personal computer che gli sarebbe stato dato dal consulente del lavoro Antonio Vetro.

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