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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Tangenti all'Agenzia delle Entrate", in aula le ultime arringhe

La difesa del direttore dell'Ufficio: "Ha chiesto un posto di lavoro a Girgenti Acque per la figlia? Se fosse reato tutta Agrigento dovrebbe essere in carcere"

“Se chiedere un posto di lavoro per la figlia a Girgenti Acque è un reato non so quanti, ad Agrigento, compresi anche i componenti delle forze dell’ordine, dovrebbero restare liberi”. L’avvocato Salvatore Pennica, difensore dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, Pietro Pasquale Leto, non usa particolari giri di parole per replicare al pubblico ministero Andrea Maggioni. Il magistrato titolare dell’inchiesta, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna del responsabile dell’ufficio a tre anni e quattro mesi di reclusione per due ipotesi di corruzione, abuso di ufficio, falso e truffa.

Uno degli episodi principali al centro del processo – ventiquattro gli imputati, undici hanno chiesto il giudizio abbreviato – riguarda l’assunzione di Francesca Leto, praticante avvocato e figlia del direttore dell’ufficio, alle dipendenze di Girgenti Acque come collaboratrice mentre in un secondo momento sarebbe stato raggiunto l’accordo per la stabilizzazione. L’imprenditore Marco Campione, legale rappresentante del colosso aziendale (due anni è la richiesta di condanna del pm), e Leto, secondo l’accusa, avrebbero barattato l’assunzione con l’annullamento di una sanzione di 44 mila euro comminata alla società dell’imprenditore. Lo stesso Leto avrebbe comunicato a Campione notizie riservate sull'attività ispettiva dell’ufficio. 

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