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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Tangenti all'Agenzia delle Entrate", chieste 8 condanne e 3 assoluzioni

Il pubblico ministero Andrea Maggioni per tutta la giornata ha illustrato la sua requisitoria. Tre anni e quattro mesi per l'ex direttore Pietro Pasquale Leto, 2 anni per Campione

Tangenti all’Agenzia delle Entrate in cambio di informazioni e soprattutto annullamenti di sanzioni tributarie: per il pubblico ministero Andrea Maggioni, otto degli undici imputati vanno condannati. Il magistrato, per tutta la giornata di ieri (la requisitoria è iniziata poco prima delle 10 ed è terminata otto ore dopo), ha illustrato le sue conclusioni per le posizioni dello stralcio abbreviato. La pena più alta – 4 anni di reclusione – è stata proposta per D. P.. Un anno di reclusione ciascuno sono stati proposti per la collaboratrice V. R., e il socio S. T.. P. è accusato di corruzione perché avrebbe "venduto" un paio di esami al funzionario dell'Agenzia delle Entrate, Giuseppe Castronovo.

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Tre anni e quattro mesi sono stati, invece, proposti per l’ex direttore dell’Agenzia, Pietro Pasquale Leto. Uno degli episodi principali riguardava l’assunzione alle dipendenze di Girgenti Acque, la società che gestisce il servizio idrico in molti comuni della provincia di Agrigento, della trentenne Francesca Leto, praticante avvocato figlia del direttore dell’Agenzia. L’imprenditore Marco Campione, legale rappresentante del colosso aziendale, e Leto, secondo l’accusa, avrebbero barattato l’assunzione con l’annullamento di una sanzione di 44 mila euro comminata alla società dell’imprenditore. Michele Daina, 64 anni, di Agrigento, storico ragioniere del gruppo Campione, era accusato di avere avuto un ruolo nell’accordo corruttivo fra Leto e il proprio datore di lavoro. 

Il pm ha chiesto inoltre 2 anni per Campione, un anno per la figlia di Leto e l’assoluzione per Daina ritenendo che “non risulta allo stato confermato al di là di ogni ragionevole dubbio il suo interessamento alla vicenda”. Sul banco degli imputati anche tre funzionari dell’ufficio (Aurelio Bruno, Francesco Caci e Antonino Migliaccio) e l’imprenditrice Vincenza Maria Lombardo, 52 anni, titolare di un noleggio di auto che avrebbe beneficiato di un illegittimo annullamento di una sanzione tributaria. Per Bruno e Caci è stata chiesta l’assoluzione, otto mesi ciascuno sono stati proposti per Migliaccio e Lombardo. 

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