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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Stalking all'ex fidanzata, inchiesta chiusa: poliziotto penitenziario verso il processo

La Procura fa notificare l'avviso di fine indagine al ventinovenne Paolo Fragapane

L’arresto, il divieto di avvicinamento alla vittima, la sospensione dal servizio e la riammissione. Dopo quattro mesi la vicenda approderà presto in aula. Il pubblico ministero Gloria Andreoli ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di Paolo Fragapane, 29 anni, di Agrigento, in servizio nella casa di reclusione di San Gimignano, in Toscana, come agente di polizia penitenziaria. Il giovane, il 27 dicembre, era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di avere perseguitato l’ex fidanzata.

Fragapane era venuto in città per alcuni giorni per trascorrere con la famiglia le festività natalizie. Quella sera, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, avrebbe tentato di importunare continuamente l'ex fidanzata prima all'interno del locale dove la donna lavorava e poi, in piena notte, davanti alla sua abitazione dove, peraltro, era stata accompagnata dalla polizia alla quale aveva raccontato di temere di fare la strada da sola. Gli agenti sono tornati, per la seconda volta a distanza di poche ore, e hanno trovato il ventinovenne che importunava, davanti casa, la donna bussando al citofono dell’abitazione, sfidandola a chiamare i carabinieri e minacciandola che l’avrebbe pagata. Subito dopo era stata formalizzata nei suoi confronti una querela per stalking. 

La ragazza, nelle ore successive, nella denuncia sporta ai poliziotti della sezione "Volanti", ha raccontato di essere stata molestata per quattro mesi con messaggi e atteggiamenti minacciosi e violenti. La finalità di Fragapane sarebbe stata quella di convincerla a riallacciare una relazione.

Con l’avviso di chiusura dell’inchiesta, i difensori – gli avvocati Daniela Posante e Davide Casà – avranno venti giorni di tempo per visionare tutti gli atti dell’indagine e tentare di convincere il pm a non chiedere il rinvio a giudizio, producendo memorie o chiedendo un interrogatorio dell’indagato. 

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