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Cronaca

Disinfezione dei beni culturali, ecco le linee guida dell'Arcidiocesi

Ai parroci delle chiese riconosciute come monumenti è stato vietato l'uso di disinfettanti aggressivi

Disinfettare tutto per arginare la diffusione del Covid-19, ma non tutto può essere disinfettato. Come comportarsi, ad esempio, con i beni culturali?

A porsi l’interrogativo in primis è stata la Chiesa, stante che vi sono appunto dei luoghi di culto che sono anche preziosi scrigni di storia e arte: libri, affreschi, statue, strutture lignee decorate potrebbero difatti rischiare di essere pesantemente danneggiati dai fumi di alcune sostanze o dal contatto diretto con esse.

In particolare il pericolo si annida nei prodotti contenenti candeggina che potrebbero essere usati per fronteggiare il rischio contagio provocando però effetti irreparabili perché particolarmente corrosivi. Il loro utilizzo, dice quindi il Pontificio Consiglio della cultura a livello nazionale “è totalmente controindicato in complessi monumentali, edifici storici, siti archeologici, oggetti, beni mobili, tessuti, ricami”.

In tal senso la chiesa agrigentina è stata da apripista. “Già alcune settimane fa – spiega Giuseppe Pontillo, parroco della Cattedrale ma anche direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici, Arte Sacra ed Edilizia di Culto – abbiamo trasmesso delle linee guida ai parroci delle chiese che sono tutelate dalla normativa sui beni culturali affinché si utilizzino i giusti prodotti che possano assicurare contemporaneamente igiene e protezione del bene”.

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