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Cronaca Ribera

Anziano scomparso a Sciacca, ricerche senza sosta

Vincenzo Bono era andato in campagna, ma non è tornato a casa. Intanto è stata riaperta al traffico la statale 115, che ieri era stata paralizzata dal maltempo

Dalla serata di ieri, quando è scattato l’allarme, non si sono mai fermate le ricerche di Vincenzo Bono, pensionato settantenne di Sciacca che risulta disperso.

Nubifragio a Ribera

Di buon mattino l’uomo era uscito di casa, come fa ogni giorno, per raggiungere il suo fondo di contrada Muciare, ma non è più tornato. Ieri sera i familiari ne hanno denunciato la scomparsa. Nel terreno dell’uomo è stata trovata la sua auto, una Renault Clio, sommersa da fango e detriti, ma di Bono nessuna traccia. Ad eseguire le ricerche sono i carabinieri, la polizia ed un gruppo di volontari. Ma è al lavoro anche la guardia costiera di Sciacca, che sta eseguendo le ricerche sotto costa. Si teme, infatti, che il pensionato possa essere stato trascinato dalle acque piovane fino al mare. Però c’è chi sostiene di avere visto, nel pomeriggio di ieri, Vincenzo Bono in un’altra parte del territorio. Quindi non è da escludere la possibilità che l’anziano possa avere parcheggiato l’auto in contrada Muciare e poi sia andato via. Intanto, la statale 115 è stata riaperta al traffico. La situazione sull’arteria è identica a prima dell’alluvione: semaforo e senso unico alternato. Attualmente è in corso un tavolo tecnico con il Genio Civile, sindaci e tecnici dei comuni di Sciacca e Ribera, per fare una quantificazione dei danni infrastrutturali.

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Oggi a Sciacca e Ribera tutte le scuole sono rimaste chiuse.

I danni sono ingentissimi. Al solo settore agrumicolo, il danno provocato dal nubifragio è stato stimato in circa 30 milioni di euro. Ed è una prima valutazione fatta dalla Confederazione italiana agricoltori.

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L'esondazione dei fiumi Verdura, Magazzolo e Platani ha allagato ettari ed ettari di terreni: circa 30 li ha allagati il Platani, altrettanti ettari sono stati allagati dal Magazzolo e poi il Verdura ha devastato circa 100 ettari. 

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Di fatto, la città delle arance - Ribera - è in ginocchio. Si perderà il 30 per cento della produzione del prodotto agrumicolo. Produzione che riguarda anche Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Sciacca, Siculiana, Villafranca Sicula, e Chiusa Sclafani.

Allarme maltempo, allagamenti a Ribera

"È stato un terremoto per l'agricoltura riberese e del comprensorio. I danni sono paragonabili a quelli di un sisma. Una perdita del 30 per cento della produzione lorda vendibile è soltanto una prima stima, ma se aggiungiamo il resto dei danni, soprattutto alla viabilità rurale, le conseguenze sono ancora più drammatiche" - ha detto Giovanni Caruana, dirigente provinciale della Cia. 

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Intanto Maria Iacono, deputata nazionale del Pd, all’indomani del nubifragio di Ribera, ha scritto al ministro dell’Interno Angelino Alfano ed al prefetto di Agrigento, Nicola Diomede. “In particolare, la deputata  del Pd – si legge in una nota - ha chiesto al Ministro dell'Interno la tempestiva convocazione di un tavolo presieduto e coordinato dal prefetto, alla presenza dei sindaci dei Comuni colpiti, nonché della protezione civile regionale e del Governo della Regione, che monitori ad horas l'effettiva gravità dei danni e che affronti l'emergenza con la massima determinazione e sollecitudine, individuando soluzioni e risorse”. Maria Iacono, inoltre ha chiesto di “valutare l'opportunità di prevedere l'intervento del genio militare e dell'esercito, affinché possa essere ripristinata la viabilità provinciale e regionale, assolvendo all'obiettivo di scongiurare il perseverare delle condizioni di isolamento dei comuni maggiormente colpiti dal maltempo”.

“Se si utilizzassero gli uomini e mezzi già pagati dalla Regione Siciliana e di fatto non operativi per fare la prevenzione dei dissesti idrogeologici e la pulizia periodica di canali di scolo con scerbatura e rimozione dei detriti, i danni che stiamo a contare oggi, con famiglie siciliane e, in particolare modo, agrigentine ridotte sul lastrico a causa dell'ennesima esondazione, forse si sarebbero potuti ridurre”.

Lo dice il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle Matteo Mangiacavallo. “Da anni – aggiunge Mangiacavallo - chiediamo e proponiamo di utilizzare i forestali, i lavoratori del consorzio di bonifica, gli ex Esa per fare la prevenzione e restituire dignità questi lavoratori ma la nostra rimane una voce che grida nel deserto”.

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