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Cronaca

Avvelenamento di randagi, Pullara: "Vanno messi al riparo da pericoli"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Dopo Sciacca, anche Licata vede consumarsi una spregevole strage di cani randagi. Una grave problematica sociale e un clamoroso fallimento dello Stato. Mi rivolgo alle forze dell’ordine e alle autorità sanitarie per aumentare i controlli del territorio, così da individuare i responsabili di questi atti criminali e scoraggiare i distributori “vili” di cibo avvelenato.

Allo stesso tempo, ritengo che il Comune di Licata, nella persona del Commissario, debba immediatamente convocare un tavolo tecnico con i veterinari, l’ECA e le associazioni che si occupano di contrasto del randagismo per studiare un piano di risoluzione del problema.

Ho incontrato volontari, animalisti e semplici amanti del mondo animale ed una delle proposte per le quali chiedo pubblicamente a tutte le istituzioni comunali (oltre che di Licata) di vagliarne la fattibilità è quella di custodire i randagi - temporaneamente, in questo momento di emergenza - in terreni e capannoni confiscati alla mafia, sotto la tutela e la cura di associazioni e volontari. Sono comunque disponibile ad accogliere suggerimenti da portare al vaglio dei referenti locali o regionali. Da domani - per arginare questa grave emergenza - potremmo intanto impegnarci affinché aumenti il numero di adozioni di cuccioli randagi. Porterò personalmente la questione in Commissione Sanità ove solleciterò gli organi competenti affinché ci si attivi per una risoluzione a lungo termine della problematica.   Il governo Musumeci affronterà questa emergenza siciliana, come sta già operando per contrastarne altre (rifiuti - acqua - sanità) esplose dopo 5 anni di inconcludenza del Governo crocettiano e del PD.

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