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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Raffadali

Maxi colpo in banca da 60mila euro, il riesame conferma due arresti

Il basista del posto sarebbe stato Raffaele Salvatore Fragapane, 43 anni, di Santa Elisabetta, già condannato nel processo di mafia "Montagna"

Ordinanza confermata: due indagati per il maxi colpo del 10 febbraio alla banca Sant'Angelo di Raffadali, che ha fruttato dai 50 ai 60 mila euro, restano in carcere. Il terzo indagato, nei cui confronti il gip aveva disposto gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, non ha impugnato l’ordinanza valutando il rischio, probabilmente, che il tribunale del riesame potesse pure aggravare la misura.

"Il racconto degli indagati presenta significativi elementi di inverosimiglianza fin dalla sua genesi". Così il giudice Stefano Zammuto aveva bocciato la versione fornita dai tre arrestati.

Il fermo - disposto dal pubblico ministero Chiara Bisso - non era stato, invece, convalidato perché il giudice non ha ritenuto provato il pericolo di fuga. Per l'unico agrigentino coinvolto - Raffaele Salvatore Fragapane, 43 anni, di Santa Elisabetta - veniva peraltro sottolineato che, "se avesse avuto intenzione di fuggire, lo avrebbe fatto dopo la sentenza del processo scaturito dall'operazione antimafia Montagna", in cui è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione. Per lui e per il palermitano Umberto D'Arpa, 53 anni, era stata disposta la custodia cautelare in carcere. I due indagati, attraverso i loro difensori, gli avvocati Giuseppe Barba e Salvatore Sieli, hanno impugnato il provvedimento restrittivo che, però, il tribunale del riesame ha confermato.

Per Martino Merino, 26 anni, anche lui palermitano, unico incensurato del gruppo, sono stati disposti gli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. Il suo difensore, l’avvocato Elena Gallo, non si è rivolta ai giudici palermitani per chiedere di rivedere l’ordinanza. I due palermitani, reo confessi di essere stati gli autori materiali della rapina, ai danni dei dipendenti della filiale oltre che di un cliente che aveva 1.000 euro in tasca e che è stato costretto a consegnarli, hanno raccontato di essere venuti in treno ad Agrigento per vendere un orologio ma di non averlo fatto perché l'acquirente non si era presentato all'appuntamento.

A quel punto, anziché rientrare a Palermo, secondo il loro racconto, bocciato come "inverosimile" dal gip, avrebbero chiamato Fragapane, che avevano conosciuto in passato per avere partecipato insieme ad alcune fiere, che li avrebbe prelevati in auto e avrebbero iniziato a girovagare per Raffadali fino alla decisione estemporanea di rapinare la banca. Fragapane, in sostanza, secondo la loro versione, totalmente bocciata, solo dopo li avrebbe aiutati ad allontanarsi portandoli nel suo benzinaio di Sant'Angelo dove sono stati sorpresi e arrestati.

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