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Cronaca Racalmuto

Tentano di truffare un anziano, identificati e denunciati due romeni

Contro l'autovettura della vittima, durante un sorpasso, è stato lanciato un pugno di pietre. Quando l'anziano è sceso dalla macchina è stato minacciato di morte: "Siamo in due noi, vivo da qui non te ne vai ... se non ci paghi!"

"Costringono" l'automobilista al sorpasso e lanciano contro l'auto un pugno di sassi.  Tentata truffa lungo la strada provinciale 74 fra Racalmuto e Grotte. L'automobilista, individuato quale "bersaglio", ha però avuto la freddezza e la lucidità di mandare per aria i piani dei due truffatori: due romeni residenti a Castrofilippo che sono stati identificati e denunciati alla Procura di Agrigento. Dovranno rispondere delle ipotesi di reato di tentata truffa, tentata estorsione e danneggiamento.

Protagonista, suo malgrado, dell'episodio è stato il docente in pensione, Carmelo Luparello, 73 anni, padre del magistrato Graziella, giudice a latere del processo "Capaci bis" al tribunale di Caltanissetta.

Luparello, alla guida della sua autovettura, si stava spostando lungo la provinciale 74, fra Racalmuto e Grotte quando, all'improvviso, è stato sorpassato da una Alfa 147 grigia, con a bordo due uomini. Un'autovettura che, dopo il sorpasso, ha rallentato paurosamente, costringendo il settantatreenne a fare a sua volta un sorpasso. Sembra verosimile che i due presunti malviventi, notando che alla guida di quell'auto vi fosse un anziano, lo avessero ritenuto "vulnerabile" ed "appetibile". Quando Luparello ha effettuato il sorpasso, chi era alla guida dell'Alfa ha lanciato contro la vettura del docente in pensione un pugno di sassi. E dopo il rumore sordo provocato, ha iniziato ad inveire e a rimproverare il racalmutese chiedendo, esplicitamente, il risarcimento dei danni e minacciandolo di morte: "Siamo in due noi, vivo da qui non te ne vai ... se non ci paghi!" - questa, grosso modo, la frase pronunciata da uno dei balordi.

L'anziano, senza farsi intimorire e soprattutto senza perdere la lucidità necessaria, anziché tirar fuori il portafogli, ha preso il cellulare ed ha composto il 113. Senza alcuna esitazione, sapendo che le telefonate alle centrali operative delle forze dell'ordine vengono registrate, anziché presentarsi e spiegare, ha - non appena il poliziotto ha risposto - letto il numero di targa dell'Alfa 147.

Un comportamento che ha spiazzato i due malviventi che, in macchina, sono fuggiti. La nota di ricerche dell'auto è stata diramata ai carabinieri ed i militari dell'Arma di Castrofilippo hanno subito capito di chi, verosimilmente, si trattava. Poco dopo, i due - G. R. ed I. D. -sono stati identificati e denunciati alla Procura. 

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