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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Processo per l'agguato contro un confidente dei carabinieri, la vittima non si trova

Il ventenne Vincenzo La Spina è in Francia e ieri non ha testimoniato. La Procura farà un altro tentativo per il 24 maggio

La vittima dell'agguato è all'estero e non si trova. La Procura voleva sentire il ventenne Vincenzo La Spina, al secondo processo scaturito dal suo accoltellamento, ma non è stato possibile perchè non si trova. Il fratello, che ieri invece è stato ascoltato in aula, ha rivelato che si trova all'estero, e precisamente in Francia, per lavoro. Sulla base delle nuove informazioni il pm proverà a rintracciarlo per citarlo a testimoniare. Si torna in aula il 24 maggio.

La condanna del principale imputato – il trentatreenne Ignazio Zarbo – è già definitiva. La Procura, in seguito, ha individuato e ottenuto il rinvio a giudizio dei due presunti complici del tentato omicidio ai danni di un ventenne, Vincenzo La Spina, “reo” di avere collaborato a un’indagine antidroga e per questo – secondo quanto ha accertato l’inchiesta – oggetto di una faida che avrebbe coinvolto anche la famiglia.

Si tratta di Francesco Gallo, 29 anni, e Angelo Infantino, 26 anni. L’agguato, definito dal gip Alberto Davico “degno dei peggiori contesti malavitosi”, è scattato la sera del 6 aprile del 2013 davanti alla chiesa di don Guanella. All’origine dell’aggressione al ventenne ci sarebbero vecchi contrasti risalenti all’operazione antidroga “Capo dei capi”. La Spina avrebbe collaborato a fare scattare la retata. Per questo era stato etichettato come un “infame” che aveva “fatto arrestare tutti” e sarebbe stata decisa la vendetta. Zarbo - che sta scontando ai domiciliari una condanna a 4 anni e 8 mesi per tentato omicidio - avrebbe cercato di ucciderlo solo per solidarietà verso alcuni amici coinvolti nell’operazione.

L’aggressione a La Spina sarebbe stata preceduta dalle minacce al padre e al fratello. Vincenzo La Spina, il fratello e il padre sarebbero stati accerchiati e colpiti con pugni. Poi Zarbo avrebbe inferto la coltellata. Gallo (difeso dall'avvocato Alessio Palillo), dopo il fendente, secondo il pm avrebbe trattenuto Vincenzo La Spina mentre Infantino lo picchiava al volto e all’addome. Oltre all’accusa di lesioni i due giovani rispondono di favoreggiamento perché avrebbero convinto il vice parroco della chiesa di Don Guanella a fare allontanare Zarbo dal retro per fuggire ai carabinieri raccontandogli che qualcuno voleva picchiarlo. Il solo Infantino è accusato di violenza privata perché avrebbe impedito che La Spina venisse soccorso dal fratello.

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