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Cronaca Porto Empedocle

"Il mancato chiarimento e la sparatoria, fu tentato omicidio": chiesti 9 anni per 26enne

Secondo il pm Elenia Manno, James Burgio, presunto affiliato del clan Massimino, sparò per uccidere due persone con cui aveva litigato

“James Burgio rimase seduto sullo scooter in segno di sfida quando i due cercarono di chiarire il diverbio che avevano avuto poco prima e non disse nulla. Quando si girarono, gli sparò alle spalle”. Per il pubblico ministero Elenia Manno, non ci sono dubbi: il ventiseienne empedoclino, che il 6 febbraio è stato destinatario di un nuovo ordine di arresto nell’ambito della maxi operazione antimafia “Kerkent”, sparò per uccidere le sue vittime e non per ferirle.

Doppio agguato al porto, sì alla consulenza del medico legale

Il giovane è stato fermato dalla squadra mobile due giorni dopo l'agguato al porto empedoclino del 21 luglio scorso il cui movente sarebbe da ricondurre a un banale litigio. Questa mattina, dal giudice dell’udienza preliminare Alessandra Vella, c’è stata la requisitoria del pm che ha proposto 9 anni di carcere. La pena richiesta è ridotta di un terzo per effetto del giudizio abbreviato. Il 17 aprile è in programma l’arringa dei difensori, gli avvocati Alfonso Neri e Salvatore Pennica. La difesa non ha mai contestato che, a sparare all'indirizzo del pescatore e dell’armatore, sia stato l’imputato. I legali, però, sostengono che Burgio avrebbe, comunque, fatto fuoco solo per ferire o intimorire ma non per uccidere. Fin dalle battute iniziali, infatti, la questione è sembrata in bilico. 

Il pm Elenia Manno, adesso, insiste e chiede la condanna per tentato omicidio sottolineando che “come ricostruito dai medici, è evidente che il colpo sparato a Marino ha sfiorato l’arteria femorale e ha rischiato di ucciderlo”. 

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