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Cronaca Porto Empedocle

Agguato al porto dopo lite sul peschereccio, per i giudici non fu tentato omicidio: pena dimezzata

La Corte di appello riforma la sentenza nei confronti del ventisettenne James Burgio, accusato di avere sparato contro un pescatore e il cugino

Duplice agguato al porto dopo litigio: i giudici della Corte di appello di Palermo dimezzano la pena per il 27enne James Burgio, di Porto Empedocle, condannato il 22 maggio dell'anno scorso dal gup di Agrigento, Alessandra Vella, a otto anni di reclusione per l'accusa di tentato omicidio ai danni di un pescatore e, nella stessa circostanza, assolto dalla seconda imputazione analoga "perché il fatto non sussiste".

La difesa, affidata agli avvocati Salvatore Pennica e Rosario Fiore, ha impugnato il verdetto e questa mattina c'è stato la sentenza di appello con la decisione dei giudici di riqualificare l'unica accusa per la quale era imputato (l'assoluzione del giudizio di primo grado non è stata impugnata) da tentato omicidio a lesioni, con la conseguenza che la pena di otto anni è stata ridotta a quattro ed è cessata anche la misura cautelare.

Il giovane è stato fermato dalla squadra mobile due giorni dopo l'agguato al porto empedoclino del 21 luglio del 2018 il cui movente sarebbe da ricondurre a un banale litigio. Burgio, in particolare, avrebbe avuto un diverbio con un pescatore sopra il peschereccio e gli avrebbe "promesso" che lo avrebbe atteso per fargliela pagare. In effetti, secondo quanto ha accertato il processo, una volta sceso sulla banchina gli avrebbe poi sparato alla gamba destra. Secondo i giudici della Corte di appello, che hanno accolto il ricorso della difesa, non c'è alcuna prova che il giovane avesse sparato per uccidere. Una tesi che è stata controversa fin dalle fasi iniziali del procedimento tanto che il gip Stefano Zammuto, il primo ad occuparsi del caso dopo l'udienza di convalida, aveva escluso il tentato omicidio. 

Accanto alla prima vittima c'era il cugino contro cui Burgio - secondo l'accusa che non ha retto al vaglio del processo - avrebbe tentato di fare fuoco senza però riuscirvi per l'inceppamento dell'arma. Per questa imputazione, il ventisettenne, arrestato il 4 marzo dell'anno scorso con l'accusa di essere un componente della rete di spaccio messa in piedi dal boss Antonio Massimino, è stato assolto. Burgio resta, comunque, in carcere nell'ambito dell'operazione Kerkent per la quale i pm hanno chiesto la condanna a 12 anni di reclusione.

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