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Cronaca

Il ponte Morandi diventa un caso, Firetto all'Anas: "Una parte va demolita"

Il primo cittadino: "Non vogliamo che fra 10 anni il problema manutenzione si riproponga, con tutti i disagi alla viabilità che fino ad ora gli agrigentini, ma non soltanto, hanno dovuto subire”

Il ponte Morandi diventa un caso, il Comune studia soluzioni alternative e l'Anas è alle finestra. Da Palazzo dei Giganti si è ipotizzato ad una viabilità alternativa - strada a raso terra nello specifico - piuttosto che la ristrutturazione del viadotto Akragas I.L’amministrazione comunale di Agrigento, sindaco Lillo Firetto in testa, negli scorsi giorni, ha effettuato un sopralluogo assieme a tecnici e funzionari dell’Anas e s’è discusso proprio del viadotto, della gara d’appalto, dei lavori da 30 milioni di euro e dell’impatto ambientale.

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“Abbiamo incontrato l’Anas – ha spiegato il sindaco Firetto – e abbiamo seriamente posto la questione di una ipotesi di viabilità alternativa. I lavori di ristrutturazione, secondo quanto preventivato, dovrebbero durare 30 mesi dalla consegna all’impresa aggiudicataria. Lavori che, per quanto importanti possano essere, ci restituiranno sempre una struttura di 50 anni, un’opera costruita con un sistema di calcoli ormai desueto. Abbiamo sollevato la questione ambientale che i lavori di ristrutturazione non risolverebbero. E’ stato dunque chiesto all’Anas – spiega il sindaco della città dei Templi – di studiare una ipotesi viaria alternativa parimenti efficiente a quella del ponte. Una ipotesi che superi il problema ambientale dell’Akragas I”. La questione sollevata dall’amministrazione comunale non riguarda il viadotto “Morandi” nella sua interezza. “L’Akragas II che è una sorta di circonvallazione della città – ha aggiunto Firetto – non va demolito. Pensiamo invece alla demolizione dell’Akragas I e alla creazione di una viabilità raso terra. Abbiamo chiesto, insomma, all’Anas di studiare questa eventuale soluzione e di proporcela, ma la condizione è il rispetto dei tempi. Se una volta aggiudicati i lavori – Firetto entra nel dettaglio – sono stati preventivati 30 mesi, abbiamo chiesto all’Anas di individuare soluzioni alternative di viabilità che rispettino proprio questo vincolo di tempo. L’Anas è sembrata essere interessata alla nostra proposta”. Di fatto, il Comune ha espresso la perplessità non sui lavori di ristrutturazione ma sulla tenuta di questi stessi lavori.

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“Non vogliamo insomma – ha spiegato il capo dell’amministrazione – che fra 10 anni il problema manutenzione si riproponga, con tutti i disagi alla viabilità che fino ad ora gli agrigentini, ma non soltanto, hanno dovuto subire”. Fermo restando dunque i 30 milioni di euro e i preventivati necessari 30 mesi di lavori, l’amministrazione comunale di Agrigento ha chiesto all’Anas di trovare una soluzione alternativa. Una soluzione che elimini, con strade raso terra, l’impatto ambientale. Già da molto tempo ormai, gli agrigentini si chiedono se sia opportuno ristrutturare un viadotto molto contestato per il suo impatto paesaggistico o se piuttosto non si possano trovare soluzioni alternative. L’Anas ha avviato l’iter per arrivare alla gara per la ristrutturazione del ponte che collega Agrigento con Porto Empedocle e viceversa. Durante il vertice, di fine marzo, in commissione parlamentare Territorio e Ambiente dell’Ars, proprio l’Anas si era detta disponibile a vagliare soluzioni alternative.

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