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Cronaca Palma di Montechiaro

Il doppio agguato a Palma, dopo 10 mesi indagato libero per lavorare

Il gip sostituisce la misura cautelare degli arresti domiciliari col divieto di dimora: sarà assunto da un'impresa veronese

“Il quadro cautelare si è attenuato e le esigenze lavorative vanno salvaguardate”. Per queste motivazioni il gip Stefano Zammuto, al quale si sono rivolti i difensori, gli avvocati Giovanni Castronovo e Santo Lucia, ha sostituito la misura cautelare degli arresti domiciliari con il divieto di dimora a Palma per il quarantaduenne Francesco Gueli, arrestato il 13 giugno con l'accusa di tentato omicidio ai danni del cugino Leandro Onolfo. La difesa ha documentato la proposta di lavoro che un’impresa edile di Verona ha presentato nei confronti dell’indagato e ha accettato, nonostante il parere contrario del pm, di attenuare la misura cautelare.

Doppio agguato a Palma, la Cassazione: "Fu tentato omicidio"

“Il colpo è partito per sbaglio, non avevo alcuna intenzione di uccidere mio cugino, è stato un incidente perché mi voleva disarmare”. Così Gueli, arrestato dopo una notte da far west a Palma, si era difeso dall’accusa di tentato omicidio. Contro di lui, poco prima, il cinquantaduenne Giuseppe Incardona avrebbe esploso alcuni colpi di pistola al culmine di un litigio in un bar. Incardona, a bordo di una Mercedes, avrebbe inseguito la Panda sulla quale si trovava Gueli che restò illeso nonostante il suo rivale gli avrebbe sparato addosso numerosi colpi. Gueli, anzichè denunciare Incardona, avrebbe deciso di organizzare la vendetta. Poi l’incontro con i familiari e i colpi che feriscono il cugino Onolfo

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