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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Palma di Montechiaro

"Tentato omicidio per vecchie ruggini di mafia", scarcerato dopo la condanna

Il giudice Francesco Provenzano, dopo avere inflitto 9 anni di reclusione a Salvatore Ingiaimo, gli ha applicato i domiciliari col braccialetto elettronico

Tre settimane dopo la condanna a nove anni di reclusione il giudice per le udienze preliminari Francesco Provenzano ha concesso gli arresti domiciliari, con l'applicazione del braccialetto elettronico, a Salvatore Ingiaimo, parrucchiere di 28 anni, di Palma di Montechiaro, accusato - insieme a Domenico Sambito, 68 anni, giudicato a parte - di tentato omicidio nei confronti del loro compaesano Diego Provenzani. 

Il giudice, accogliendo la richiesta dei difensori, gli avvocati Santo Lucia e Giovanni Lo Monaco, ha ritenuto che le esigenze cautelari si siano affievolite e ha disposto una misura meno afflittiva.

Provenzani venne colpito da alcuni colpi di pistola, nell'agguato scattato il 13 dicembre del 2015. Secondo l’accusa, l’armeria gestita da Domenico Sambito, a Palma di Montechiaro, nel lontanissimo 1987 sarebbe stata rapinata da un gruppo di “stiddari”. Secondo Sambito del gruppo faceva parte anche Diego Provenzani (che non ha mai subito condanne per mafia), perciò da allora Sambito - secondo la ricostruzione dei fatti - riteneva di avere un credito con Provenzani, per le armi che gli erano state rubate.

Sambito, quindi, avrebbe tentato di riscuotere quel credito ma, non essendoci riuscito, avrebbe organizzato l’agguato. Sambito ed Ingiaimo, secondo l’accusa, lo stavano aspettando a bordo di un’Alfa 159. Al volante c’era Ingiaimo. Il pubblico ministero, Carlo Cinque, aveva chiesto la condanna di Ingiaimo a 8 anni ed 8 mesi di reclusione.   

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