L'agguato di Palma, Patronaggio: "Abbiamo fermato una strage"
Il procuratore: "Preoccupante la mentalità mafiosa di certi gruppi familiari, se non fosse stato per la microspia e il gps presente nell'auto a quest'ora ci sarebbero stati due morti"
"Solo per una casualità abbiamo fermato una strage, c'erano due gruppi familiari pronti a uccidersi a vicenda". Lo ha detto il procuratore Luigi Patronaggio in occasione della conferenza stampa in cui sono stati messi a fuoco tutti gli aspetti dell'agguato di Palma ai danni del venticinquenne Leandro Onolfo.
VIDEO - Patronaggio: "La svolta grazie alla microspia"
"Se non fosse stato per la microspia e il gps presente nell'auto di un amico di Francesco Gueli - ha aggiunto Patronaggio -, probabilmente a quest'ora ci sarebbero stati due morti. Il duplice agguato è stato generato da una banalissima lite fra Giuseppe Incardona e Gueli. Dopo la prima sparatoria ai danni dell'auto di Gueli è partita la rappresaglia e ne ha fatto le spese il povero Onolfo che ha un rene e la milza spappolati. Purtroppo siamo in presenza di una mentalità che è uguale a quella dei mafiosi anche se questi gruppi non ve ne fanno parte".
Si studia la traiettoria dei proiettili
Il dirigente della squadra mobile Giovanni Minardi ha aggiunto: "Non tollereremo più omertà e coperture, c'è stata una sparatoria al centro del paese davanti a decine di persone e nessuno ha visto nulla".
Gli indagati restano in carcere
All'incontro con la stampa, nel corso del quale sono stati annunciati ulteriori risvolti della vicenda, hanno preso parte anche i pubblici ministeri Alessandra Russo e Simona Faga, il vice dirigente della squadra mobile Giovanni Franco e il dirigente del commissariato di Palma Tommaso Amato.