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Cronaca Palma di Montechiaro

"Muore poche ore dopo un intervento di drenaggio", la Procura apre un'inchiesta

La sessantatreenne era stata ricoverata all'ospedale "San Giovanni di Dio" per sospetti calcoli renali. Sequestrate le cartelle cliniche e disposto l'esame autoptico

Muore poche ore dopo un intervento di drenaggio. I familiari della sessantatrenne, Marianna Bellia, di Palma di Montechiaro hanno presentato un esposto e la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d'inchiesta.

Lo scorso lunedì, la donna, a causa di forti dolori all’addome, era andata all'ospedale "San Giovanni di Dio" e i medici erano intervenuti per sospetti calcoli renali. Sarebbe stata sottoposta ad un intervento di drenaggio ed morta poco più di un giorno dopo. Pare per un emorragia. La famiglia della vittima, tramite il consulente personale Salvatore Agosta, si è affidata a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. Ed è proprio "Studio 3A" a ricostruire ufficialmente l'accaduto. 

E' stata presentata una denuncia alla Questura di Agrigento e la Procura, attraverso il pubblico ministero Emiliana Busto ha aperto un faascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. E' stato disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia sulla salma: l’incarico è stato conferito al medico legale Giuseppe Ragazzi. I risultati dell’esame autoptico, che sarà effettuato domattina all’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio, saranno decisivi per stabilire le cause del decesso e se sussistano responsabilità da parte dei sanitari che hanno avuto in cura la donna.

"Il dramma si consuma nello spazio di poche ore. Alle 5.30 del mattino di lunedì scorso, 23 luglio, il genero e la figlia accompagnano al pronto soccorso dell’ospedale la donna che accusa algie addominali e conati di vomito. I sanitari comunicano - ricostruisce, con un comunicato stampa, lo 'Studio 3 A' - alla paziente e ai familiari che si tratta di una colica renale disponendo il ricovero nel reparto di Urologia.In tarda mattinata, il medico spiega ai congiunti che si sta intervenendo sulla paziente per sospetti calcoli renali e che bisognerà inserirle un tubo di drenaggio, intervento che avviene lo stesso pomeriggio. Ma subito dopo, al rientro in stanza, la 63enne, che fino ad allora era cosciente e rispondeva, avverte improvvisi dolori lancinanti e perde conoscenza". 

"Alle 21 di lunedì i medici comunicano ai congiunti della paziente che le sue condizioni sono gravissime - prosegue la ricostruzione - che bisogna trasferirla in Rianimazione e che versa in pericolo di vita. L’indomani, martedì 24 luglio, la situazione precipita definitivamente: i sanitari danno pochissime speranze ai congiunti, tentano un intervento di asportazione di un rene per bloccare una non meglio precisata emorragia in atto, ma senza esito: al termine dell’operazione, alle 16.30, il medico che l’ha eseguita invita i familiari a prepararsi al peggio. E infatti, alle 22.30 di quello stesso 24 luglio, viene comunicato il decesso di Marianna Bellia, che non ha retto al terzo arresto cardiaco. Sconvolti, l’indomani i familiari si sono affidati a 'Studio 3A' e hanno presentato denuncia querela, subito riscontrata dalla Procura con l’avvio di un’inchiesta".

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