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Cronaca Raffadali

Raffadali, operazione "Darwin": tre arresti per spaccio di droga

I reati contestati loro sono quelli di rapina e spaccio in concorso di sostanze stupefacenti. L'operazione ha avuto inizio il 17 febbraio dell'anno scorso, quando due prostitute sono state rapinate nelle campagne della zona di Santa Elisabetta

I carabinieri della Stazione di Raffadali hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’agrigentino Giuseppe Faraci e dei gemelli catanesi Dario e Christian Costanza, emesse dal Tribunale di Agrigento e dal Tribunale per i Minorenni di Catania.

I reati contestati loro sono quelli di rapina e spaccio in concorso di sostanze stupefacenti. L’operazione ha avuto inizio il 17 febbraio dell'anno scorso, quando due prostitute sono state rapinate nelle campagne della zona di Santa Elisabetta. Dopo aver trascorso la serata in compagnia di un loro cliente che, offertosi poi di riaccompagnarle ad Agrigento, avrebbe imboccato una strada secondaria dove sono stati fermati da un’auto con tre soggetti a volto coperto e armati di pistola. Il bottino allora fruttò loro circa 700 euro in contanti, documenti e telefoni cellulari.

Il cliente, che affermava di chiamarsi Francesco, in quell'occasione non venne rapinato e a seguito delle accuse mossegli dalle due donne che lo avevano additato quale complice dei criminali, le lasciò in strada andando via. Elemento che ha insospettito i militari che grazie ad accertamenti sono riusciti ad individuare in Giuseppe Faraci il cliente con il quale avevano passato la serata, dato confermato poi dal riconoscimento fotografico effettuato dalle due donne rapinate.

L'operazione prende il nome proprio dal soprannome di Faraci, alias "Peppe scimmia", e dall’evoluzione che ha avuto nella commissione di reati di sempre maggiore entità e già gravato da vicende giudiziarie per i reati di rapina ed estorsione. A seguito di quanto hanno via via scoperto, i carabinieri hanno poi effettuato un perquisizione nell’abitazione di Faraci rinvenendo una riproduzione della pistola Beretta mod. 85, tre passamontagna e, in casa di un altro soggetto sospettato di essere uno dei suoi complici, una pistola ad aria compressa e della sostanza stupefacente.

Durante le operazioni d’intercettazione è emersa l’ulteriore propensione dell’indiziato a svolgere anche altre attività criminali: fin da subito è apparso chiaro che era dedito all’attività di spaccio di marijuana nei comuni di Santa Elisabetta e Raffadali. Sostanza stupefacente di cui si riforniva a Catania direttamente dai gemelli Christian e Dario Costanzo, anch’essi colpiti da ordinanze di custodia cautelare e ancora minorenni durante l’indagine.

Proprio con questi ultimi Faraci ha avuto a che fare più volte nell’arco dei circa due mesi di intercettazione, coinvolgendo tra l’altro anche Lorenzo Iacono e Alfonso Lombardo entrambi tratti in arresto nel corso dell’indagine. In particolare nel marzo 2014 i carabinieri della Stazione di Raffadali avevano fermato l’auto su cui viaggiavano Faraci e Lombardo trovando circa 500 grammi della sostanza stupefacente, occultata all’interno del subwoofer, che era destinata allo spaccio nel paese dell’Agrigentino. Per altri soggetti indagati, pur essendo stati ritenuti colpevoli del reato ai fini di spaccio, non è stata ritenuta necessaria l’applicazione della misura cautelare richiesta dal sostituto procuratore Matteo Del Pini per l'agrigentino.

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