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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Mazzette per aggiustare gli appalti pubblici", un agrigentino tra gli arrestati

Nel contesto dell'operazione "Cuci e scuci" condotta dalla Squadra Mobile di Palermo è finito in manette anche l'ingegnere Franco Barberi, coinvolto anche un imprenditore locale

"Mazzette" e "regalini" per truccare gli appalti pubblici in favore di imprenditori "amici". E' questa l'accusa a monte dell'operazione di Polizia chiamata "Cuci e scuci" condotta questa mattina dalla Squadra mobile di Palermo che ha portato all'arresto di imprenditori e funzionari del Provveditorato interregionale delle opere pubbliche. Ai domiciliari sono finiti gli ingegneri Carlo Amato, Claudio Monte e Franco Barberi (quest'ultimo di Agrigento, il geometra e geologo Antonio Casella. E' scattata la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio per la durata di 12 mesi per l’architetto Antonino Turriciano e l’assistente geometra Fabrizio Muzzicato. 

Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di imprenditori e di funzionari della pubblica amministrazione, "nelle vesti, rispettivamente, di corruttori e corrotti e che, per le loro condotte illecite accertate, dovranno rispondere a vario titolo dei reati di corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato". Per otto imprenditori è scattato il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno (provvedimento introdotto con la legge "spazzacorrotti" e applicato per la prima volta a Palermo). Tra questi c'è Giuseppe Giovanni Tunno, 55 anni, nato a Canicattì.

L'operazione è stata denominata ''Cuci e Scuci''. Gli agenti della sezione Anticorruzione della squadra mobile hanno "registrato uno stratificato sistema corruttivo, annidatosi nel settore degli appalti per opere pubbliche e che ha interessato un importante distretto ministeriale deputato a veicolare rilevanti fondi pubblici".  Gli appalti riguardavano principalmente lavori pubblici finanziati con fondi del ministero Infrastrutture e Trasporti, in particolare per l'edilizia scolastica o di altri enti o ministeri, "stanziati per lavori di ordinaria o straordinaria manutenzione di immobili dello Stato, utilizzati per fini istituzionali o di pubblica utilità". 

Tutto è partito dalla denuncia di un imprenditore che ha dichiarato di non volersi piegare al sistema delle tangenti.
 

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