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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"Sferrò 27 coltellate al meccanico socio in affari": condannato a 12 anni

Il ventottenne Giovanni Riggio, all'inizio del maggio del 2017, ha ucciso Giovanni Mattina. Il Pm, contestando la crudeltà, aveva chiesto 30 anni di carcere

Ha escluso l'aggravante della crudeltà e concesso le attenuanti generiche. Giovanni Riggio, il palermitano trentenne, reo confesso dell'omicidio del meccanico agrigentino Giuseppe Mattina, è stato condannato a 12 anni di reclusione. Ad emettere la sentenza, nel primo pomeriggio, è stato il giudice Gianfranca Claudia Infantino del tribunale di Agrigento. Il Pm Simona Faga, contestando invece la crudeltà, aveva chiesto - durante la sua requisitoria - una condanna a 30 anni. La difesa dell'imputato - rappresentata dall'avvocato Marco Martorana - aveva invece invocato l'assoluzione perché "il fatto non costituisce reato", perché "è stata legittima difesa". 

Il Pm contesta la "crudeltà" e chiede 30 anni per Riggio 

Il delitto avvenne - era l'inizio di maggio dello scorso anno - in un capannone della zona industriale di Agrigento. Riggio che - secondo l'accusa sferrò 27 coltellate al meccanico favarese - aveva già scelto, alla fine dello scorso gennaio, il rito abbreviato che prevede una riduzione di un terzo della pena. La moglie, il figlio minorenne e la mamma di Giuseppe Mattina si erano costituiti, attraverso l'avvocato Salvatore Cusumano, parti civili.

L'avvocato dell'imputato: "E' stata legittima difesa"

L'avvocato Cusumano aveva invocato la premeditazione sulla base del fatto che Riggio avrebbe acquistato, qualche giorno prima, quella che è stata l'arma del delitto: un coltello da cucina di 22 centimetri ed inoltre avrebbe pianificato - sarebbe emerso dalle intercettazioni fatte in carcere - il trasferimento della famiglia da Favara a Palermo. Sarebbe emerso - sempre grazie alle intercettazioni - che l'imputato sarebbe stato ben informato sull'iter processuale al quale sarebbe andato incontro.

Riggio sceglie il rito abbreviato 

"E' una sentenza ingiusta - ha criticato, in maniera lapidaria, l'avvocato Salvatore Cusumano - . La vita di una persona, il padre di un bambino vale forse appena 12 anni? Ribadisco, è una sentenza ingiusta". 

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