"Venne ucciso per denaro", chiesto il dissequestro del magazzino di San Benedetto
La moglie di Giuseppe Mattina ha esigenza di recuperare le autovetture, circa una decina, che sono custodite all'interno del locale che sarebbe dovuto diventare rivendita di autovetture usate ed officina
E' stato chiesto oggi, con un'apposita istanza, al pubblico ministero Matteo Delpini, il dissequestro del magazzino - nella zona industriale di Agrigento - dove, lo scorso 5 maggio, è avvenuto l'omicidio di Giuseppe Mattina, 41 anni, meccanico.
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La moglie di Mattina, rappresentata e difesa dall'avvocato Salvatore Cusumano, ha esigenza di recuperare le autovetture - circa una decina - che sono custodite all'interno del magazzino che sarebbe dovuto diventare rivendita di autovetture usate ed officina, di contrada San Benedetto. Il proprietario dello stabile, attraverso il proprio legale di fiducia: l'avvocato Rosario Pendolino, ha dunque formalizzato l'istanza di dissequestro.
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Mattina è stato trovato, in una pozza di sangue, per terra, con le gambe legate con del nastro adesivo. Proprio in quel magazzino. Sembrerebbe anche che sia stato trascinato per qualche metro. Verosimilmente - ma è soltanto una ipotesi investigativa - il giovane palermitano potrebbe aver cercato di spostare la salma, ma non sarebbe riuscito.
Un mese e mezzo fa circa, la Scientifica è tornata ad effettuare un sopralluogo all'interno di quel magazzino. Un sopralluogo che serviva come riscontro alle dichiarazioni di Giovanni Riggio.