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Cronaca

Nuovo Cda del Parco, Firetto incalza: "E' un vero pasticcio"

I membri che costituiranno il Consiglio, sono in tutto tre: Bernando Campo, Sergio Alessandro e Gabriella Cosentino. Sindaco e direttore dell'ente avranno un ruolo marginale

Calogero Firetto e Carlo Vermiglio, atto secondo. Non si placano le polemiche, dopo le nomine dei membri del consiglio di amministrazione del Parco Archeologico, il sindaco di Agrigento non ci sta. La querelle è diventata una “guerra”.

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I membri che costituiranno il Consiglio, sono in tutto tre: Bernando Campo, Sergio Alessandro e Gabriella Cosentino. Sindaco e direttore del parco, avranno un ruolo marginale. Le loro idee, ed i loro pareri avranno un peso specifico e relativamente importante.

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Già nei mesi passati, il primo cittadino non le aveva mandate a dire a Vermiglio, sul “banco degli imputati” la gestione dei fondi della Valle dei Templi. Legambiente si schiera dalla parte del sindaco, la nomina del Cda è stata commissariata per ben 7 anni.

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"Un’offesa della grande missione culturale - ha detto il sindaco Firetto - del Parco e un sopruso intollerabile verso la città di Agrigento: questo il giudizio che si può dare sulla nomina fatta in extremis dal governo regionale del nuovo consiglio di amministrazione del Parco archeologico e paesaggistico di Agrigento. Il Parco viene ridotto ad una propaggine periferica dell’assessorato regionale e la missione scientifica umiliata da logiche di controllo e di appartenenza. Al di là dei nomi e dei relativi profili professionali, quello che disarma è che si arrivi alla nomina senza mai avere espresso una sola idea sulla missione di una istituzione culturale fondamentale come il Parco di Agrigento, interpretando il suo vertice come una semplice postazione da occupare nel nome di un antico e ammuffito gioco tribale, mortificando anche le professionalità interne e le aspettative della comunità scientifica internazionale. E sarà questo vertice a decidere come tutelare e valorizzare un patrimonio dell’umanità, a indicare le linee della ricerca scientifica, a organizzare la fruizione, a determinare il delicato rapporto tra comunità locale e parco. E poi - continua il primo cittadino -  il declassamento del ruolo del sindaco: presente nel consiglio di amministrazione, ma solo a fini consultivi, come se non si dovesse dare per scontato che un parco debba necessariamente rapportarsi col sindaco del territorio in cui insiste. Ma per questo fine non è necessario metterlo nel Consiglio di amministrazione del Parco. Se invece ve lo inserisci è perché pensi che possa esprimere con efficacia le istanze della comunità dentro le concrete scelte di indirizzo culturale e amministrativo del Parco e allora gli riconosci, come era in passato, il diritto pieno di voto. Insomma un vero pasticcio. Verificherò tutte le strade possibili per fare annullare un decreto sbagliato e credo illegittimo".

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