rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Non perseguitò studente minorenne", assolta insegnante di 70 anni

La donna, Giovanna Farruggia, era accusata di stalking nei confronti dell'alunno a cui faceva lezioni private

“Assoluzione perché il fatto non sussiste”: secondo il giudice Giuseppe Miceli la professoressa in pensione Giovanna Farruggia, 71 anni, non perseguitò lo studente di mezzo secolo più giovane del quale – secondo la denuncia e l’ipotesi accusatoria – si era invaghita. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio al termine della camera di consiglio.

Qualche ora prima il pubblico ministero Calogero Montante aveva concluso la sua requisitoria, chiedendo la condanna a otto mesi di reclusione, e subito dopo avevano illustrato le rispettive conclusioni l’avvocato di parte civile Giuseppe Sciarrotta e quello della difesa Daniela Posante. I fatti al centro della vicenda giudiziaria risalgono al periodo compreso fra l’agosto del 2012 e i primi mesi dell’anno successivo. Il ragazzino avrebbe conosciuto la professoressa perché era andato da lei per delle lezioni private. Il rapporto di frequentazione professionale sarebbe, però, ben presto sfociato in qualcosa di molto diverso.

La donna, infatti, secondo quanto ipotizzava il pm, si sarebbe invaghita del ragazzo che all’epoca era minorenne e avrebbe iniziato a tormentarlo e minacciarlo per convincerlo anche a interrompere la sua relazione sentimentale con una ragazzina coetanea della quale evidentemente, era gelosa. “Disgraziato e farabutto, questa put… ti ha rovinato”, gli avrebbe detto in diverse circostanze. Minacce, pedinamenti, telefonate e aggressioni per strada a tutte le ore. In una circostanza l’avrebbe schiaffeggiato e in un’altra - sempre secondo la versione del giovane - gli avrebbe tirato contro un secchio di acqua dal balcone. Una vera e propria persecuzione che ha fatto scattare per la donna l’accusa di stalking nei confronti di minorenne. 

“I suoi comportamenti - ha detto nella requisitoria il pm Montante – hanno provocato al giovane un grave stato di ansia tanto da costringerlo a cambiare le sue abitudini”. Il difensore di parte civile aveva aggiunto: “Il ragazzo era turbato e pieno di vergogna per quello che era successo, tanto che alcuni episodi li ha raccontati solo in un secondo momento, al processo”.

L’avvocato Daniela Posante, difensore dell’imputata, ha invece dato una ricostruzione del tutto diversa dei fatti. In primo luogo è stata messa in discussione l’attendibilità dei testimoni. “Il ragazzino si contraddice una mezza dozzina di volte, prima dice che le aggressioni avvenivano in presenza di amici ma non sa dire chi sono. Poi fa marcia indietro e dice che erano estranei. La fidanzata che ha assistito ci viene a dire che erano amici di lui e non li conosceva. Un quadro illogico e pieno di contraddizioni ai quali non si può credere".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Non perseguitò studente minorenne", assolta insegnante di 70 anni

AgrigentoNotizie è in caricamento