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Cronaca

Falso, truffa e corruzione: tutti i nomi e i capi d'accusa dei 13 arrestati

I gravi precisi e concordanti indizi di colpevolezza, raccolti in esito alle indagini di Polizia Giudiziaria, hanno determinato la Procura della Repubblica di Agrigento a richiedere l'adozione del provvedimento cautelare sussistendo tutte le esigenze cautelari previste dal codice di rito

Sono in tutto 13 gli arrestati nel corso di un'operazione effettuata questa notte. Quindici, in tutto, le persone coinvolte. Si tratta di Antonio Vetro, sottoposto alla custodia cautelare in carcere; Vincenzo Tascarella, sottoposto alla custodia cautelare in carcere; Giuseppe Cumbo; sottoposto alla custodia cautelare in carcere; Giuseppe Castronovo, sottoposto alla custodia cautelare in carcere; Pietro Pasquale Leto, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; Filippo Ciaravella, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; Salvatore La Porta, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; Marco Campione, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; Michele Daiana, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; Antonino Migliaccio, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; D. P., sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico; Francesca Leto, sottoposta all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria Carabinieri di Agrigento; Piera Callea, sottoposta all’obbligo di presentazione alla P.G Carabinieri di Agrigento; Giovanni Crapanazano, sottoposto al divieto temporaneo di esercizio della professione medica per otto mesi; Santo Pitruzzella, sottoposto al divieto temporaneo di esercizio della professione medica per sei mesi.

Bufera all'Agenzia delle entrate, le foto degli arrestati

I CAPI D'ACCUSA

TASCARELLA Vincenzo, VETRO Antonio, LETO Pietro Pasquale, CIARAVELLA Filippo e LA PORTA Salvatore perché in concorso materiale e morale tra loro, TASCARELLA Vincenzo, funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, dunque nella qualità di pubblico ufficiale, accettava la promessa di una somma di denaro da LA PORTA Salvatore, socio e procuratore speciale della società METALMECCANICA AGRIGENTINA SRL, con sede legale in Aragona (AG), Contrada San Benedetto, zona industriale ASI, Capannone B7, partita I.V.A. 01495940841, per un importo pari ad euro 6.240,00 (più I.V.A.) da corrispondere per mezzo di fatture per sponsorizzazioni, emesse dalla INVICTA AMAGIONE Polisportiva Dilettantistica, di cui la prima pari ad euro 1.500,00, a titolo di acconto, già quietanzata (fattura n. 01 datata 08.04.2013 con I.V.A. inclusa), ed altre utilità consistenti in prodotti ittici ed un personal computer (quest’ultimo ricevuto da VETRO Antonio) – per omettere atti del proprio ufficio e/o per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio; segnatamente TASCARELLA accettava la promessa della somma di denaro de qua per favorire l’annullamento dell’avviso di accertamento  (n. TY503T202643-2012 relativo all’anno 2010), da lui stesso emesso con un provvedimento di autotutela  (accertamento scaturito da una verifica fiscale condotta dal 23 aprile al 06 giugno 2012 dal Nucleo PT della Guardia di Finanza di Agrigento, conclusasi con la constatazione di illeciti amministrativi e penali nei confronti della METALMECCANICA AGRIGENTINA SRL), “piegando” la propria funzione istituzionale di Funzionario dell’Agenzia delle Entrate all’interesse della medesima società contribuente; con la fattiva e consapevole partecipazione al reato di VETRO Antonio, consulente fiscale, di LETO Pietro Pasquale, allora dirigente in servizio presso la Direzione Regionale delle Entrate di Palermo e dal 13 gennaio 2014 direttore della Direzione Provinciale delle Entrate di Agrigento, di CIARAVELLA Filippo, funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento – Area Accertamento Capo Team; avendo, il primo intermediato l’incontro e l’accordo tra corruttore e corrotto, adoperandosi anche nella fase “manutentiva ed esecutiva” dell’accordo illecito anche con la condotta di cui al capo 1.2 che segue; avendo, invece, il secondo e il terzo collaborato con il TASCARELLA ed il VETRO per favorire l’annullamento dell’avviso di accertamento con un provvedimento di autotutela nei confronti della METALMECCANICA AGRIGENTINA SRL; CIARAVELLA, in specie, anche con il reato di cui al capo 1.3. Fatto commesso, in Agrigento, perfezionatosi con l’accordo corruttivo in data 01.04.2013 (come da contratto di sponsorizzazione), ancora in corso di esecuzione, essendo stato effettuato dalla METALMECCANICA AGRIGENTINA SRL solo il bonifico pari a 1.500,00 euro, a titolo di acconto.

TASCARELLA Vincenzo e VETRO Antonio perché in concorso tra loro, con più azioni anche in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso (TASCARELLA, quale funzionario dell’Agenzia delle Entrate), formavano, in tutto o in parte, il 1° e 2° verbale di contraddittorio, relativi alla pratica della METALMECCANICA AGRIGENTINA SRL, ideologicamente falsi; in specie, facendo apparire nel primo verbale di contraddittorio, recante il prot. n. 6087 del 24.01.2013, lo svolgimento dell’attività istruttoria in una data (24.01.2013) diversa da quella reale (21.03.2013) e partecipanti all’atto - contraddittorio della METALMECCANICA AGRIGENTINA SRL con l’Agenzia delle Entrate - soggetti diversi da quelli reali (VETRO Antonio anziché l’originaria consulente fiscale FALZONE Graziella), facendo “sparire” l’originario e reale verbale, sottoscritto dalla FALZONE, dagli atti del relativo fascicolo; evidenziando nel secondo verbale di contraddittorio, recante il prot. n. 20660 del 26.03.2013, contrariamente al vero, la presenza di VETRO Antonio, in realtà assente (sottoscriverà il relativo atto pubblico solo in data 23.04.2013). Con l’aggravante di avere commesso il reato al fine di eseguire quello di cui al capo 1.1. In Agrigento, rispettivamente in data 21.03.2013 e 23.04.2013.  

CIARAVELLA Filippo perché (in concorso con Marco Salvatore LA PERNA e Giuseppe MARINO, rispettivamente capo ufficio controlli della Direzione Provinciale di Agrigento e direttore del medesimo Ente, allo stato degli atti inconsapevoli circa la falsità dell’atto), CIARAVELLA, nella qualità di funzionario dell’Agenzia delle Entrate, formava un atto ideologicamente falso, nella specie la richiesta di preventivo parere, ai sensi dell’art. 4 del D.M. 37/97, relativa all’Autotutela dell’avviso di accertamento TY503T202643/2012, prot.- 20351/2013, datata 21 settembre 2013, indirizzata alla competente Commissione Autotutela presso la Direzione Regionale della Sicilia, Settore Controlli e Riscossione, nella parte in cui si afferma, contrariamente al vero: i) che tutta la documentazione necessaria per cogliere le differenze delle rimanenze finali è stata prodotta il 22 marzo 2013; ii) “…si precisa, inoltre, che l’anno d’imposta 2011, è stato sottoposto a verifica da parte di questo ufficio, giusto PVC redatto il 19.07.2013 N° 1362, nel corso della quale è stato rilevato, attraverso l’esame del bilancio, che l’importo indicato al C/economico quale “rimanenze iniziali” è di 5.532.859,00.” Con l’aggravante di avere commesso il reato al fine di eseguire quello di cui al capo 1.1. 

CUMBO Giuseppe e VETRO Antonio perché, con plurime condotte e in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, CUMBO, quale funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, dunque nella qualità di pubblico ufficiale, accettava la promessa e/o riceveva da VETRO Antonio, dottore commercialista operante nella provincia di Agrigento, altre utilità consistenti ad esempio in ricevute fiscali idonee a rappresentare falsamente la consumazione di pasti in realtà mai avvenuti e quindi da allegare come documentazione comprovante costi ed ottenere rimborsi per se o per altri, per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio, nella specie per fornire informazioni riservate in merito all’esecuzione di verifiche fiscali e/o comunque relative all’attività d’Istituto, così “piegando” la propria funzione istituzionale di funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento all’interesse del VETRO stesso. Fatti commessi in Agrigento, accertati il 07 febbraio 2014.

CUMBO Giuseppe, PAGLIARELLO Angelo, VETRO Antonio, COSTANZA Salvatore e COSTANZA Giuseppe perché, in concorso tra loro, CUMBO e PAGLIARELLO, quali funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, VETRO, quale consulente fiscale, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, con artifici e raggiri, consistiti nel rappresentare falsamente la consumazione di pasti in realtà mai avvenuti, ottenevano da COSTANZA Salvatore, genitore del titolare del ristorante BUCA di SAN FRANCESCO di GIUSEPPE COSTANZA, con sede in Favara (AG), n. 06 ricevute fiscali (n.02 ricevute fiscali il 12.03.2013; n.02 ricevute fiscali il 14.03.2013 e n. 02 ricevute fiscali il 21.03.2013), da allegare come documentazione comprovante costi ed ottenere rimborsi, due delle quali venivano presentate per il rimborso dal PAGLIARELLO, inducendo in errore la Pubblica Amministrazione di appartenenza, procurandosi un ingiusto profitto pari complessivamente alla somma di euro 50,00 circa (come da ricevute e richiesta di rimborso acquisite). In Agrigento, dal 19.04.2013 (data della richiesta di rimborso alla P.A.)

TIGANO Francesco Filippo, GAROFALO Giuseppe, VETRO Antonio e LA PORTA Salvatore perché, in concorso tra loro, TIGANO, GAROFALO, nella qualità di pubblici ufficiali, essendo tutti componenti della Commissione Autotutela della Direzione Regionale Entrate Sicilia, violando i principi di Buon Andamento e Imparzialità della P.A. di cui all’art. 97 c. 2 Cost., nonché la proiezione di tali principi in materia di trattazione delle istanze di autotutela (D.M. n. 37/97, così come autenticamente interpretate dalla direttiva protocollo n. 72483/00/T1 dell’11.10.2000, a mente della quale, in specie, “la richiesta di parere dovrà essere corredata della copia dell’istanza, degli allegati nonché di tutta la documentazione necessaria per consentire alla scrivente un compiuto esame della fattispecie attesa la rilevanza economica delle pratiche”), deliberavano un parere positivo prodromico ad un provvedimento parziale di autotutela nei confronti della METALMECCANICA AGRIGENTINA Srl, poi emesso dalla Direzione Provinciale Entrate di Agrigento con protocollo n. 54266/2014 del 22.09.2014, senza acquisire la documentazione necessaria che consentisse un compiuto esame della fattispecie, attesa la rilevanza economica della pratica, e quindi intenzionalmente procuravano a terzi (METALMECCANICA AGRIGENTINA Srl), un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito dall’annullamento parziale in autotutela dell’avviso di accertamento (TY503T202643/2012), pari ad euro 1.028.290,00 (maggiore imposta annullata IRES euro 874.937,00 e maggiore imposta annullata IRAP euro 153.353,00), oltre a sanzioni e interessi, con conseguente pari danno ingiusto per l’Erario. Fatto commesso in Palermo il 23 maggio 2014

LETO Pietro Pasquale, CAMPIONE Marco, LETO Francesca, DAINA Michele, CUSCHERA Maria, SPATARO Leandra, BRUNO Aurelio e CACI Francesco perché, in concorso materiale e morale tra loro, LETO Pietro Pasquale, allora dirigente in servizio presso la Direzione Regionale delle Entrate di Palermo e dal 13 gennaio 2014 direttore della Direzione Provinciale delle Entrate di Agrigento, dunque nella qualità di pubblico ufficiale, accettava la promessa da CAMPIONE Marco - rappresentante legale della GIRGENTI ACQUE SPA, con sede in Aragona (AG) - di altra utilità consistente nell’assunzione a tempo indeterminato della propria figlia LETO Francesca c/o l’ufficio legale della medesima GIRGENTI ACQUE SPA, per compiere atti contrari ai propri doveri di ufficio; segnatamente LETO Pietro Pasquale accettava la promessa di detta altra utilità dal CAMPIONE Marco quale corrispettivo: i) per fornire informazioni riservate in merito all’esecuzione di verifiche fiscali e/o comunque relative all’attività d’Istituto; ii) più in particolare, per effettuare  un provvedimento di autotutela non dovuto relativamente all’Atto di irrogazione sanzioni n. TY5TIRT10015/2013 del 07 ottobre 2013 (sanzioni IVA per euro 44.414,00), scaturito da una verifica fiscale condotta dal 09 febbraio 2012 al 08 giugno 2012 dal Nucleo PT della Guardia di Finanza di Agrigento, conclusasi con la constatazione dell’omessa auto-fatturazione ex art. 6, comma 8 del D.Lgs. 471/97 di operazioni imponibili ai fini IVA effettuate, e non registrate, dal Consorzio Acquedotto Tre Sorgenti nei confronti della GIRGENTI ACQUE SPA per l’ammontare di euro 444.138,24 e imposta evasa per euro 44.414,00 (anno 2008), operazioni imponibili giustappunto non auto-fatturate dalla GIRGENTI ACQUE SPA, “piegando” la propria funzione istituzionale di dirigente dell’Agenzia delle Entrate all’interesse del medesimo contribuente; con la fattiva e consapevole partecipazione al reato di LETO Francesca -  inizialmente stagista della GIRGENTI ACQUE SPA con contratto di tirocinio dal 28 febbraio 2013 al 27 agosto 2013, poi rinnovato  più volte  (fino ad arrivare ad oggi) con successivi contratti a tempo determinato (di collaborazione continuativa e/o lavoro a progetto) c/o l’ufficio legale della medesima società, avendo intermediato l’incontro e l’accordo tra corruttore e corrotto, adoperandosi anche nella fase “manutentiva” dell’accordo illecito, comunque beneficiando del pactum sceleris; di DAINA Michele – ragioniere, dipendente della società CAMPIONE INDUSTRIES SPA, con sede in Agrigento (AG), via Imera, n. 146 - partita IVA 01595410844 -; avendo collaborato lo stesso con LETO Pietro Pasquale e CAMPIONE al fine di favorire quest’ultimo; nonché, con riguardo, in specie, alla condotta ii) di cui sopra, di CUSCHERA Maria, funzionario dell’Ufficio Legale dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento; di SPATARO Leandra, Capo Team dello stesso Ufficio; di BRUNO Aurelio, funzionario dell’Area Accertamento e Controllo dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento; di CACI Francesco, Capo Team dello stesso Ufficio: CUSCHERA e SPATARO emettevano e sottoscrivevano in data 06 febbraio 2014 (prot. 293/2014) la proposta di annullamento in autotutela non dovuta, BRUNO e CACI concordavano e sottoscrivevano, dunque, il provvedimento di autotutela in parola, relativamente all’atto di irrogazione  sanzioni n. TY5TIRT10015/2013 del 07 ottobre 2013, dai medesimi due sottoscritto, con il preteso vizio invalidante (id est mancata motivazione in ordine alle deduzioni difensive proposte dal contribuente a seguito del precedente atto di contestazione sanzioni n. TY5COT102069, emesso il 05 ottobre 2012, a firma sempre del BRUNO e del CACI) denunciato nella stessa proposta di autotutela.  Fatto commesso, in Agrigento, perfezionatosi al momento dell’accettazione della promessa in data antecedente e prossima al 17 giugno 2013, ancora in corso di esecuzione, non essendosi ancora consumato il reato con l’assunzione a tempo ndeterminato di LETO Francesca presso la GIRGENTI ACQUE SPA.

LETO Pietro Pasquale, TASCARELLA Vincenzo, CIARAVELLA Filippo, MIGLIACCIO Antonino, D’AMORE Maria Rosalba e LOMBARDO Vincenza Maria perché, con plurime condotte ed in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, LETO, TASCARELLA, CIARAVELLA e MIGLIACCIO, nella qualità di pubblici ufficiali, essendo il primo dirigente della Direzione Regionale Entrate Sicilia (poi dal 13 gennaio 2014 direttore provinciale di Agrigento) e gli altri tre Funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, violando i principi di Buon andamento e Imparzialità della P.A. di cui all’art. 97 c. 2 Cost., nonché la proiezione di tali principi in materia di accertamento, accertamento con adesione e conciliazione giudiziale, concludevano due conciliazioni giudiziali (proposta n. 17958/2014 e n. 17690/2014 entrambe del 26 marzo 2014) rispettivamente relative all’avviso di accertamento n. TY501T203073/2011 per l’anno d’imposta 2006 e all’avviso di accertamento n. TY501T203074/2011 per l’anno d’imposta  2007, nonché un accertamento con adesione relativo all’avviso di accertamento n. TY501T202943/2013 per l’anno d’imposta 2008 (2° verbale di contraddittorio prot. n. 24235 del 29 aprile 2014), abbattendo considerevolmente  il maggior reddito accertato (con percentuali addirittura tra il 76% e l’80%), con l’AUTONOLEGGIO LOMBARDO VINCENZA MARIA (P. IVA 01974800847) con sede a Lampedusa (AG), via Terranova n. 27, al solo fine di favorire indebitamente il contribuente, in quanto amico e/o conoscente di MIGLIACCIO Antonino, così intenzionalmente procurando a terzi consapevoli (il medesimo contribuente nella persona di LOMBARDO Vincenza Maria assistita all’uopo dalla consulente fiscale D’AMORE Maria Rosalba), un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nell’indebito risparmio di imposta e sanzioni pari a euro 201.846,25 (totale dovuto euro 227.479,25 di cui agli accertamenti originariamente emessi, meno il totale dovuto dal contribuente a seguito delle due conciliazioni e dell’accertamento con adesione pari ad euro 25.633,00), con conseguente pari danno ingiusto per l’Erario;in specie: l’avviso di accertamento n. TY501T203073/2011 - anno 2006 -  prevedeva maggiore imposta  pari ad euro 27.443,00 e sanzioni pari ad euro 21.418,50, la conciliazione prevede un importo totale (imposta e sanzioni) pari ad euro 5.445,00; l’avviso di accertamento n. TY501T203074/2011 - anno 2007 -  prevedeva maggiore imposta  pari ad euro 56.684,00 e sanzioni pari ad euro 73.185,75,  la conciliazione prevede un importo totale (imposta e sanzioni) pari ad euro 9.683,00; l’avviso di accertamento n. TY501T202943/2013 - anno 2008 - prevedeva maggiore imposta  pari ad euro 48.748,00 e sanzioni pari ad euro 0,00, l’accertamento con adesione prevede un importo pari ad euro 10.505,00 (solo imposta). Fatto commesso in Agrigento il 26 marzo e 29 aprile 2014, date di sottoscrizione delle due conciliazioni giudiziali e dell’accertamento con adesione.

CASTRONOVO Giuseppe e P. D. perché, con plurime condotte e in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, CASTRONOVO, quale funzionario dell’Ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, dunque nella qualità di pubblico ufficiale, accettava la promessa e/o riceveva da P. D., altre utilità consistenti nel superare, senza realmente sostenere, quantomeno gli esami universitari di lingua inglese ed informatica (unitamente alla coniuge CALLEA Piera, anch’essa funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento), per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio, nella specie i) per fornire consigli e/o informazioni riservate in merito a vertenze tributarie della società e dei soci della "P". per effettuare indebite interrogazioni c/o le banche dati dell’Agenzia delle Entrate  di Agrigento relative alle vertenze del medesimo/i contribuente/i; iii) per interessarsi personalmente al fine di una definizione positiva delle suddette vertenze; iv) financo per “insabbiare” sine die un fascicolo allo stato imprecisato a carico del P. così “piegando” la propria funzione istituzionale di funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento all’interesse del P. stesso. Fatti commessi in Agrigento, accertati il 07 febbraio 2014 (deposito della prima informativa della GDF).

CASTRONOVO Giuseppe, P. D., CALLEA Piera, R. V. e T. S. perché in concorso tra loro, con più azioni anche in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, P. D., attestavano falsamente il superamento di esami (lingua inglese e informatica) in realtà mai realmente svolti da CASTRONOVO Giuseppe e CALLEA Piera. Con la partecipazione consapevole alla commissione del fatto di R. V. e T. S., rispettivamente moglie/collaboratrice del P. e socio di quest’ultimo. Con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di eseguire il reato di cui al capo che precede. In Agrigento, in data 10.07.2013 (quello di inglese) e in data antecedente e prossima al 17.09.2013 (quello di informatica)

CRAPANZANO Giovanni e CASTRONOVO Giuseppe perché, in concorso tra loro, con più azioni anche in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in specie CRAPANZANO - quale medico di base convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale e dunque quale pubblico ufficiale - formavano tre certificati medici ideologicamente falsi (rispettivamente per uno, cinque e un giorno di malattia), attestanti una patologia di CASTRONOVO, cervicobrachialgia, in realtà del tutto inesistente. Con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di eseguire il reato di cui al capo 6.2. In Favara (AG), in data 27.06.2013, 02.09.2013, 30.09.2013 (date certificate).

CRAPANZANO Giovanni e CASTRONOVO Giuseppe perché, in concorso tra loro, con artifici e raggiri consistiti nelle condotte di cui al capo che precede, inducevano in errore l’Amministrazione Pubblica interessata (Direzione Provinciale Entrate di Agrigento), così procurandosi l’ingiusto profitto, con correlativo danno, consistente nell’indebita percezione di un  emolumento per una malattia in realtà non esistente. In Agrigento nella data di percezione degli emolumenti non dovuti.

PITRUZZELLA Santo e CASTRONOVO Giuseppe perché, in concorso tra loro, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in specie PITRUZZELLA - quale medico di base convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale e dunque quale pubblico ufficiale - formavano un certificato medico ideologicamente falso per un giorno di malattia (17 ottobre 2013), attestante una patologia di CASTRONOVO, cervicobrachialgia, in realtà del tutto inesistente. Con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di eseguire il reato di cui al capo 6.4. In Favara (AG), in data 17.10.2013 (data certificato)

PITRUZZELLA Santo e CASTRONOVO Giuseppe perché, in concorso tra loro, con artifici e raggiri consistiti nelle condotte di cui al capo che precede, inducevano in errore l’Amministrazione Pubblica interessata (Direzione Provinciale Entrate di Agrigento), così procurandosi l’ingiusto profitto, con correlativo danno, consistente nell’indebita percezione di un  emolumento per una malattia in realtà non esistente. In Agrigento nella data di percezione degli emolumenti non dovuti.

I gravi precisi e concordanti indizi di colpevolezza, raccolti in esito alle indagini di Polizia Giudiziaria, hanno determinato la Procura della Repubblica di Agrigento a richiedere l’adozione del provvedimento cautelare  sussistendo tutte le esigenze cautelari previste dal codice di rito.

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