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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Lampedusa e Linosa

Linosa, Nicolini sui collegamenti: «Vogliamo soluzioni immediate»

Il sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini ha scritto al presidente della Regione, al ministro Delrio e al prefetto di Agrigento, lanciando un appello circa la situazione dei collegamenti per Linosa

Il sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini ha scritto al presidente della Regione, al ministro Delrio e al prefetto di Agrigento, lanciando un appello circa la situazione dei collegamenti per Linosa.

«Da dicembre 2014 Linosa e Lampedusa non hanno gli aliscafi per collegare le isole tra di loro e l'arcipelago con la Sicilia. In questo momento le Isole Pelagie sono collegate con la Sicilia e tra di loro esclusivamente con una nave, unico cordone ombelicale per ogni necessità di approvvigionamento e continuità territoriale. L'aliscafo per Linosa e' una ragione di vita, perché a Linosa non c'è niente e, per ogni bisogno, i cittadini di Linosa devono raggiungere Lampedusa o la Sicilia. Per sei mesi i linosani sono stati condannati all'isolamento pure da Lampedusa, isola madre. In estate, gli aliscafi per Linosa e per Lampedusa sono indispensabili anche per il turismo. Siamo le isole più lontane d'Italia e quelle  più svantaggiate d'Europa, la Regione aveva bandito più volte la gara per darci gli aliscafi lo scorso inverno, ma le gare sono andate deserte. Tutte le gare sono andate deserte sinora, perché gli armatori siciliani si sono ammutinati. La gara che la Regione ha esperito per una durata di 5 anni per le Pelagie, Ustica e Pantelleria ammonta a 42 milioni di euro. Ed è andata deserta. Poi ci saranno le Egadi con 24 milioni di euro e le Eolie con 39 milioni di euro, ma solo per 19 mesi.

Sono tantissimi soldi. Ma le gare vanno deserte. Perché? Perché in Sicilia gli aliscafi per le isole devono costare più che nel resto d'Italia e, nonostante ciò, dobbiamo assistere alla serrata degli armatori siciliani come se fosse una cosa normale?

Perché i miei concittadini devono essere condannati all'isolamento e pagare il prezzo di tutti i mali di un territorio malato che non riesce a diventare normale?

È normale che in tempi di crisi, di fronte a tutti questi milioni di euro e a condizioni contrattuali di ovvia decenza, i cittadini che fanno vivere il più grande patrimonio ambientale della Sicilia - le piccole isole - debbano annaspare per sopravvivere? Ma quale futuro io devo indicare alla mia comunità senza mezzi di trasporto? Un futuro di ricatti, arroganza, speculazione? Voglio chiedere al presidente della Regione Siciliana e al Ministro della mobilità: quanto spendono le altre Regioni per garantire servizi efficienti e moderni per la continuità territoriale dell'Isola d'Elba, del Giglio, di Ischia, di Capri, di Ponza....?

E nello stesso tempo, mi rivolgo a tutti gli armatori di buona volontà. A quelli che non hanno mai incassato denaro pubblico non dovuto. C'è qualcuno? Esiste qualcuno che vuole venire a rendere un servizio essenziale per la mia comunità ? O devo organizzare i pescatori isolani in società, noleggiare un aliscafo all'estero e inaugurare una nuova forma di autogestione del trasporto regionale in Sicilia?

Abbiamo fretta, perché il tempo è già scaduto e la pazienza pure. Mentre si studia la soluzione, siccome di fronte alla persistente interruzione  di pubblico servizio essenziale per le isole più lontane d'Italia, l'Ordinamento Giuridico prevede il contrasto dei conseguenti reati e la soluzione mediante lo strumento dell'ordinanza contingibile e urgente, chiedo che le Istituzioni statali e regionali applichino il principio di legalità.

Da lunedì la Regione esperirà l'ennesima procedura negoziata per la quale occorreranno quindici giorni. Non siamo più disposti ad aspettare ancora oltre. Io e i miei cittadini ci aspettiamo soluzioni immediate».

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