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Cronaca Naro

"Il sindaco gli ha tolto la delega", il gip rimette in libertà l'assessore indagato per concussione

Revocati gli arresti domiciliari a Francesco Lisiniccia, 49 anni, accusato di avere fatto pressioni su un imprenditore

"Il provvedimento di revoca da parte del sindaco della delega di assessore fa venire meno la funzione pubblica strumentale alla commissione del reato e risulta idonea ad affievolire le esigenze cautelari". 

"Ha tentato di favorire istituto di vigilanza", arrestato assessore

Il gip Alessandra Vella, poche ore dopo l'interrogatorio di garanzia, nel quale si è avvalso della facoltà di non rispondere, revoca gli arresti domiciliari a Francesco Lisinicchia, 49 anni, ormai ex assessore del Comune di Naro accusato di avere esercitato pressioni sull'imprenditore Giuseppe Romano, che aveva in appalto un servizio di nettezza urbana in paese, per costringerlo a stipulare un contratto di vigilanza con una società del Palermitanio di cui egli stesso era dipendente e responsabile di zona.

IL VIDEO. Velate minacce per ottenere il contratto di vigilanza

Il giudice, dopo che i difensori - gli avvocati Diego Giarratana e Antonio Panico - hanno prodotto la documentazione che attestava la sua uscita dalla giunta comunale, che ha preceduto di pochi giorni l'arresto, ha ritenuto di sostituire la misura cautelare con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre volte alla settimana.

L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal pubblico ministero Chiara Bisso, ipotizza a carico di Lisinicchia, che è pure consigliere comunale di Naro, il reato di concussione. Il gip, tuttavia, ha emesso il provvedimento ritenendo sul piano indiziario provata l'accusa, più lieve, di "tentata induzione indebita a dare o promettere altre utilità". 

La Procura: "Millantava protezioni mafiose"

Lisinicchia avrebbe minacciato l'imprenditore, in maniera velata ma neppure troppo, per costringerlo a stipulare il contratto facendogli presente che avrebbe rischiato grosso se avesse tenuto i mastelli per strada e millantando anche amicizie mafiose che gli avrebbero garantito protezione se si fosse prestato ad assecondare la sua richiesta. 

A tal proposito la difesa ha prodotto alcuni articoli di Agrigentonotizie.it dai quali si evinceva che si erano registrati alcuni incendi di auto in paese per provare che il riferimento ai pericoli fosse reale e non pretestuoso. 

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