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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Morte di Chiara La Mendola, consulente difesa: "Non cadde per colpa della buca"

L'ingegnere Nicolò Vassallo smentisce la ricostruzione della procura, intanto l'avvocato Pennica denuncia: "Minacciato di morte dal cliente, rinuncio al mandato di parte civile"

“Dire che siccome c’era una buca sull’asfalto è stata questa la causa dell’incidente è una sciocchezza, in realtà tutti gli elementi tecnici raccolti escludono in maniera perentoria questa ricostruzione”. L’ingegnere Nicolò Vassallo, consulente della difesa degli imputati, con il supporto di alcuni grafici e di una ricostruzione virtuale dell’incidente che viene riprodotta alle sue spalle, smentisce la ricostruzione della Procura secondo cui Chiara La Mendola, la ragazza di 24 anni, morta in un incidente stradale il 30 dicembre del 2013, avrebbe perso il controllo del suo scooter a causa di una buca presente sul manto stradale del viale Cavaleri Magazzeni.  

Il processo è quello, in corso davanti al giudice Giuseppe Miceli, a carico del dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Agrigento, Giuseppe Principato, e del funzionario dell’ufficio Gaspare Triassi. Ai due imputati, difesi dagli avvocati Giuseppe Scozzari, Nicolò Grillo e Antonino Manto, viene contestato l’omicidio colposo perché non avrebbero garantito la sicurezza della strada, provocando la morte della ragazza nell’incidente, eliminando la buca presente sulla carreggiata né l’avrebbero messa in sicurezza transennandola. L’udienza si è aperta con un fuori programma.

Disposta una super perizia per fare chiarezza sulla dinamica

L’avvocato di parte civile Salvatore Pennica, che assisteva uno dei fratelli della ragazza (l’altro fratello e i genitori sono invece difesi dall’avvocato Giuseppe Arnone), ha inviato una lettera in cancelleria con la quale rinuncia al mandato difensivo facendo presente di essere stato destinatario di “pesanti minacce, anche di morte” da parte del suo assistito. Il giudice Miceli, dopo averne preso atto, ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura.

L’udienza è poi proseguita prima con l’audizione dell’ingegnere Angelo Infantino, consulente tecnico delle altre parti civili, e poi con l’audizione di Vassallo che, rispondendo agli avvocati Scozzari e Manto prima e alle altre parti poi, ha dato la sua versione dei fatti del tutto diversa da quelle degli altri consulenti. “Se lo scooter della ragazza fosse finito sulla buca avremmo dei segnali di deformazione degli pneumatici che, invece, non sono presenti. Inoltre se davvero la ruota fosse finita là dentro ci sarebbe stato un ribaltamento immediato del mezzo. Basta pensare – ha aggiunto Vassallo – a quello che avviene nelle gare motociclistiche. Quando si impatta su un ostacolo nella pista il ribaltamento è immediato. Lo scooter della ragazza, sulla base della ricostruzione cinetica e di tutti gli altri elementi, è caduto dopo la buca”. 

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