"Minacciò il genero con una pistola", arrestato dalla polizia
Si tratta di Luigi Bracco. Il Gip aveva negato il carcere, chiesto dai Pm, ma il Riesame aveva accolto il ricorso della procura. Decisione confermata ora dalla Corte di Cassazione
Torna in carcere Luigi Bracco, il palmese che la scorsa settimana è stato rinviato a giudizio, insieme al figlio, con l'accusa di avere ferito, a colpi di pistola, il genero Epifanio Cammarata.
Per un altro episodio, registrato nel luglio del 2015, i pm Carlo Cinque ed Alessandro Macaluso, avevano chiesto l'arresto di Luigi Bracco. Secondo l'accusa l'uomo, nel mese di luglio del 2015, avrebbe minacciato il genero con una pistola. Il Gip Stefano Zammuto, però, aveva negato l''arresto del palmese. I pm avevano fatto ricorso ai giudici del tribunale del Riesame e questi ultimi avevano accolto la loro richiesta. A quel punto, però, l'indagato, assistito dall'avvocato Giovanni Castronovo, ha presentato ricorso in Cassazione. La vicenda davanti alla Suprema Corte si è conclusa ieri. La Cassazione ha confermato il provvedimento del Riesame, di fatto autorizzando l'arresto di Luigi Bracco. L'uomo, di conseguenza, è stato condotto prima in questura per gli accertamenti del caso e poi tradotto in carcere ad Agrigento.
Il processo a Luigi Bracco ed al figlio, per il tentato omicidio nei confronti di Epifanio Cammarata, inizierà il prossimo 13 gennaio davanti alla prima sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta dal giudice Melisenda