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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Palma di Montechiaro

"Minaccia giudice per sentenza sfavorevole", sessantenne a giudizio

Nazareno Castellino andò in tribunale e accusò il giudice Alfonso Pinto: "Lo vado a trovare a casa, mi ha rovibato"

“Lo vado a trovare a casa perché mi ha rovinato, ha negato il risarcimento a mio figlio perché si era messo d’accordo con i medici dell’ospedale”. L’irruzione in un’aula di tribunale di Nazareno Castellino, 65 anni, di Palma di Montechiaro, gli costerà un processo per minaccia grave al giudice Alfonso Pinto, in servizio alla sezione civile del tribunale di Agrigento.

Il pubblico ministero Maria Carolina De Pasquale, della Procura di Caltanissetta, competente per i reati di cui sono vittime i magistrati di Agrigento, ha disposto nei suoi confronti la citazione diretta a giudizio per l’imputazione di minacce gravi, per la quale si può anche procedere di ufficio. Castellino, attraverso il suo difensore, l’avvocato Fabio Inglima Modica, potrà scegliere di essere giudicato con il rito abbreviato. La prima udienza del processo, disposto dalla Procura senza il filtro dell’udienza preliminare perché la pena prevista per questo reato non supera i quattro anni, è stata fissata per il 20 giugno davanti al giudice monocratico del tribunale di Caltanissetta Santi Bologna.

L’episodio che ha fatto finire a giudizio Castellino risale al 26 luglio del 2016. Il sessantenne riteneva di avere subito un’ingiustizia perché aveva perso una causa civile avviata nei confronti di alcuni medici dell’ospedale che riguardava il figlio. Castellino aveva citato alcuni sanitari perché, a suo dire, avevano provocato la perdita della vista di un occhio al figlio.

A occuparsi del contenzioso civilistico fu proprio il magistrato Alfonso Pinto che ritenne non vi fosse alcun nesso fra la condotta dei medici e la perdita dell’occhio da parte del ragazzo. Castellino non accettò il verdetto, con cui il giudice rigettava la richiesta di risarcimento del danno per colpa medica formulata nei confronti dei sanitari dell’ospedale, e decise di andare a cercarlo in tribunale per fare le sue rimostranze. Il sessantenne, in piena estate, entrò al palazzo di giustizia e salì la scala principale che si trova all’ingresso. Arrivato al primo piano si accorse che c’erano delle persone all’interno dell’aula 7, una delle due riservate alle udienze collegiali. All’interno, però, non c’era il giudice Pinto, che peraltro si occupa di cause civili, ma altri addetti ai lavori che stavano aspettando la ripresa di un’udienza. Castellino, a quel punto, sempre secondo la ricostruzione dell’episodio fatta dalla Procura di Caltanissetta, inizia a inveire contro il giudice Alfonso Pinto dicendo ai presenti che sarebbe andato a trovarlo a casa e che avrebbe fatto sapere a tutti i suoi parenti che lo aveva rovinato, aggiungendo che l’esito della richiesta di risarcimento dei danni sarebbe stato negativo perché il magistrato “si era messo d’accordo con i medici dell’ospedale”. Ad ascoltare lo “sfogo” di Castellino c’era il pubblico ministero Simona Faga che stava attendendo la ripresa di un’udienza. 

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