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Cronaca

Imposta di soggiorno, la paga anche il Parco archeologico: versati oltre 11mila euro

L'ente, organizzatore del Mandorlo in Fiore, deve infatti versare nelle casse del Comune l'importo dovuto per la tassa di scopo per l'ospitalità di un "patrimonio" in un albergo cittadino

Imposta di soggiorno senza "pietà": non si fanno "sconti" nemmeno se chi paga la permanenza negli hotel cittadini è un ente pubblico e paga integralmente un evento di interesse sovracomunale.

Accade infatti che il Parco archeologico della Valle dei Templi, organo regionale che si sta facendo carico da alcuni anni ormai dell'organizzazione del "Festival del Mandorlo in Fiore", nel sostenere la spesa per l'ospitalità dei gruppi dei "patrimoni" (e che una volta si chiamavano semplicemente "gruppi folk") debba aggiungere al semplice costo di vitto, alloggio (lavatura e stiratura, avrebbe aggiunto l'immenso Antonio De Curtis, noto come Totò) anche il pagamento al Comune dell'imposta di soggiorno, non essendo da regolamento prevista alcuna specifica esenzione per casi come questo.

Quindi il Parco ha versato solo per il gruppo dell'India, ospitato in un noto hotel cittadino lo scorso anno, oltre 11.500 euro nelle casse del Comune di Agrigento che, va precisato, riceve però relativamente poche "buone notizie" di questo tipo. Infatti, ormai da anni, il numero di strutture ricettive agrigentine coinvolte è relativamente basso, dato che la città sarebbe sprovvista di grandi realtà ricettive capaci di ospitare grandi gruppi organizzati.

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