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"Si fece eleggere sindaco con i voti della mafia", ricusazione rigettata: riparte processo a Sodano

In primo grado l'esperto politico agrigentino fu assolto dall'accusa di concorso esterno: il suo rivale sconfitto chiedeva un cambio di giudici

Seconda istanza di ricusazione inammissibile: riparte in appello, dopo l’assoluzione decisa in primo grado, il processo per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Calogero Sodano, primo sindaco di Agrigento eletto direttamente dai cittadini nel 1993. L'avvocato Giuseppe Arnone, sconfitto in quelle elezioni, perché - sostiene l'accusa - la mafia si accordò col suo rivale per farlo perdere, ripetendo l’accordo anche negli anni successivi, aveva ricusato per due volte la Corte presieduta dal giudice Antonio Napoli "per evidenti inimicizie personali mostrate in precedenti pronunciamenti".

L’istanza della parte civile è stata respinta e il processo, il prossimo 22 gennaio, può partire. Sodano (difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Antonino Mormino), in cambio di appalti e favori a boss mafiosi degli anni Novanta, fra cui Salvatore Fragapane, Giuseppe Virone, Calogero Castronovo e Franco Cacciatore, avrebbe ottenuto sostegno elettorale per diventare sindaco nel 1993 e nel 1997 e senatore nel 2001. In cambio, secondo quanto ipotizzava l'accusa, sconfessata al processo, avrebbe indirizzato appalti a imprese vicine ai boss.

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