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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia

Maxi sequestro della Dia in provincia di Agrigento, sigilli ad oltre 6 milioni di euro

"Aggrediti" i patrimoni di Giuseppe Falsone di Campobello di Licata, ex capo provincia di Cosa nostra; Giovanni Marino, imprenditore di Campobello; Giuseppe Capizzi, uomo d'onore di Ribera; e di Ferdinando Bonanno, imprenditore 73enne di Ragalna (Catania)

Ammonta ad oltre 6milioni e mezzo di euro il valore dei beni sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Agrigento nei confronti di esponenti di spicco di Cosa nostra.

Gli uomini comandati dal tenente colonnello dei carabinieri Luigi Bruno e dal capitano Antonino Caldarella, hanno infatti "aggredito" i patrimoni di Giuseppe Falsone, 44 anni di Campobello di Licata, ex capo provincia di Cosa nostra; Giovanni Marino, imprenditore 47enne di Campobello, attualmente detenuto; Giuseppe Capizzi, 45 anni, di Ribera, ritenuto uomo d'onore ed elemento di spicco della famiglia mafiosa riberese;  e di Ferdinando Bonanno, imprenditore 73enne di Ragalna (Catania), deceduto nello scorso mese di marzo. 

Tra i beni sequestrati c'è anche un'impresa individuale con sede a Campobello di Licata, destinata alla coltivazione di cereali ed all'allevamento di animali, dove sono stati sequestrati 347 capi, tra cui bovini, suini, ovini e caprini; 13 fabbricati ed un terreno agricolo sempre a Campobello di Licata; quote sociali pari a 15.495 euro della "La.E.S. Srl" - "Lavori Edili e Stradali S.r.l."; un'autovettura; un'impresa individuale con sede a Ribera, specializzata in colture miste viticole, olivicole e frutticole;  due terreni in provincia di Agrigento, di cui uno a Ribera e l'altro a Villafranca Sicula; e il saldo attivo di un conto corrente acceso in un istituto di credito di Ribera. 

Sotto sequestro anche partecipazioni azionarie di Ferdinando Bonanno, corrispondenti al 6 percento del capitale sociale, nella società "Eurospin Sicilia S.p.A.", attiva nel settore della grande distribuzione alimentare, con sede a Catania e punti vendita in diverse province della Sicilia; le quote societarie dei figli di Bonanno in una società con sede a Paternò (Catania) che svolgeva l'attività di commercio all'ingrosso ed al dettaglio di prodotti alimentari; un'altra ditta individuale a Paternò, riconducibile alla moglie di Bonanno, che riguardava il commercio di casalinghi, cristalleria e vasellame; e infine il saldo attivo di 27 rapporti bancari intestati al defunto Bonanno ed ai componenti del nucleo familiare.

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