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Mafia Cattolica Eraclea

"Guerra ai clan", sequestro da oltre 750 mila euro a Giuseppe Mormina

La Guardia di finanza di Agrigento ha messo i sigilli ad immobili, terreni, aziende e conti correnti del figlio del boss Francesco. L'operazione è stata disposta dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Agrigento

Sequestro di immobili, terreni, aziende e conti correnti del valore di oltre 750mila euro di proprietà di Giuseppe Mormina, figlio del boss Francesco, ritenuto a capo del clan di Cattolica Eraclea. L'operazione è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Agrigento, su esecuzione dell'ordinanza di sequestro emessa dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Agrigento.

L'ordinanza - fanno sapere le fiamme gialle - scaturisce dagli esiti di accertamenti patrimoniali delegati ai finanzieri nell’ambito del procedimento di misure di prevenzione della Procura distrettuale di Palermo con riferimento nucleo familiare di Mormina.

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In particolare, i finanzieri hanno posto i sigilli a sette immobili residenziali, un complesso aziendale, operante nel settore agricolo, e terreni di estensione complessiva pari a 373.410 metri quadrati, situati nel Comune di Cattolica Eraclea, nonché conti correnti e di deposito, per un valore complessivo di euro 752.377.

Il provvedimento - fanno sapere dalla Guardia di finanza - mette in evidenza "la pericolosità" di Mormina, - secondo gli inquirenti - "legato a personaggi criminali di calibro internazionale, dei quali il più noto è senza dubbio “Nick” Rizzuto, e, come sottolineato dai giudici, individuato come il successore nel ruolo di capo della storica famiglia di Cattolica Eraclea".

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"Mormina - ricostruiscono le fiamme gialle - risulta infatti legato da stretti rapporti familiari con Domenico Terrasi (persona sottoposta alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza), ritenuto elemento di spicco della consorteria mafiosa di Cattolica Eraclea, unitamente al quale è stato altresì testimone di nozze di Gaetano Amodeo, quest’ultimo arrestato in Canada dopo una lunga latitanza per aver avuto un ruolo attivo in vari omicidi, tra i quali quello del maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli".

Mormina, inoltre, - secondo gli inquirenti - avrebbe avuto rapporti con altri esponenti dei clan, come Antonino Messina, Emanuele Sedita, Simone Capizzi e Salvatore Di Ganci, ritenuti rispettivamente capi delle famiglie di Ribera e di Sciacca, nonché della stessa famiglia Bonanno.

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