Mafia, operazione "Montagna": il no alla scarcerazione di Fragapane è definitivo
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa del presunto capo del mandamento della montagna
Ricorso inammissibile: il trentottenne di Santa Elisabetta, Francesco Fragapane, personaggio di punta della maxi inchiesta di mafia "Montagna" che delinea il suo ruolo di capo mandamento, resta in carcere. La Cassazione, alla quale si era rivolto il suo difensore, l'avvocato Francesco Carrubba, ha confermato l'ordinanza cautelare in carcere che diventa quindi definitiva.
Fragapane, figlio di Salvatore, vecchio capomafia degli anni Ottanta e Novanta, secondo quanto hanno ricostruito le indagini, dopo l'arresto e la condanna in una precedente vicenda di mafia, avrebbe fatto il salto scalando gerarchie fino ad ambire al ruolo che fu del padre, vale a dire quello di capo provinciale di Cosa Nostra agrigentina.
Questi retroscena sono stati raccontati dal pentito Giuseppe Quaranta, finito in carcere nella stessa operazione, eseguita dai carabinieri il 22 gennaio con l'accusa di essere stato, oltre che il presunto capo della famiglia mafiosa di Favara, il braccio destro dello stesso Fragapane. Il collaboratore di giustizia racconta pure alcuni retroscena legati al progetto di "scalata" di Fragapane in seno a Cosa nostra.