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Martedì, 23 Aprile 2024
Mafia

La Stiddra sopravvive e non è più in conflitto con le famiglie di Cosa Nostra

La relazione della Dia sul primo semestre del 2017: "Sebbene con ruoli marginali, si rileva la presenza di organizzazioni Stiddare nei Comuni di Bivona, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Naro, Palma di Montechiaro, Favara e Porto Empedocle"

"Ancorata alle regole mafiose tradizionali. Difficilmente permeabile dall'esterno. E in diretto collegamento con le consorterie Palermitane, Trapanesi e Nissene". E' così che la Dia di Agrigento - nella sua relazione relativa al primo semestre del 2017 - descrive Cosa Nostra Agrigentina la cui presenza "rimane massiccia e invasiva".

"La vicinanza con la provincia Trapanese, e la saldatura tra componenti locali e soggetti contigui al latitante Matteo Messina Denaro, concorrono a rendere fluida la generale situazione di governance" - viene spiegato dalla Direzione investigativa antimafia di Agrigento - . Ma la provincia vive una fase di riassetto degli equilibri mafiosi interni. Riassetto che non sono nient'altro che la conseguenza dei decessi e delle scarcerazioni degli uomini d'onore.

I mandamenti  

Le più recenti evidenze info-investigative, confermano un’articolazione territoriale di Cosa Nostra basata su 7 mandamenti e 41 famiglie. Si continua, inoltre, a registrare, sebbene con ruoli marginali, la presenza di organizzazioni stiddare - non più in conflitto con le famiglie di Cosa Nostra - nei comuni di Bivona, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Naro, Palma di Montechiaro, Favara e Porto Empedocle. Anche questo viene riportato nella relazione del ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Dia nel primo semestre del 2017. Il mandamento di Santa Margherita Belice è composto dalle famiglie di Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca. Il mandamento di Santa Elisabetta comprende le famiglie di Aragona-Comitini, Casteltermini, Raffadali, San Biagio Platani, Sant'Angelo Muxaro e Santa Elisabetta. Il mandamento di Cianciana comprende le famiglie di Alessandria della Rocca, Cammarata, Cianciana, San Giovanni Gemini e Santo Stefano Quisquina. Il mandamento di Burgio, invece, le famiglie di Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Lucca Sicula, Montallegro, Ribera e Villafranca Sicula. Il mandamento di Agrigento: le famiglie di Agrigento, Favara, Lampedusa e Linosa, Joppolo Giancaxio, Porto Empedocle, Realmonte e Siculiana. Il mandamento di Palma di Montechiaro: le famiglie di Camastra, Licata, Naro e Palma. Il mandamento di Canicattì: le famiglie di Canicattì, Campobello di Licata, Castrofilippo, Grotte, Racalmuto e Ravanusa.       

Gli interessi di Cosa Nostra

"Le consorterie mafiose, approfittando della tradizionale scarsa presenza di iniziative produttive, della perdurante crisi economica e della conseguente diffusa situazione di disagio sociale, trovano l’humus ideale per reclutare manovalanza criminale e per depauperare, allo stesso tempo, il tessuto produttivo sano. Cosa Nostra Agrigentina ha dimostrato, infatti, in più occasioni, - prosegue la ricostruzione della Dia - di saper lucrare, oltre che sulle opere pubbliche, anche sulla filiera agroalimentare, sulle fonti energetiche alternative, sullo stato di emergenza ambientale e sui finanziamenti pubblici alle imprese, reinvestendo sovente i capitali illecitamente accumulati nelle strutture ricettive locali, attraverso prestanome e intermediari compiacenti".

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