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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia Racalmuto

"Il tesoro dell'imprenditore in affari con i boss", il caso davanti ai giudici

La difesa di Calogero Romano ottiene la nomina di un tutore per una socia di un'attività

Un impero che sarebbe stato costruito grazie alle connivenze con Cosa Nostra. Dopo la condanna in primo grado si decide anche il destino dei beni. Il provvedimento che ha disposto, nelle scorse settimane, il maxi sequestro del patrimonio dell’imprenditore di Racalmuto, Calogero Romano, approda in aula per essere discusso davanti alla sezione Misure di prevenzione del tribunale. Il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco (a latere Antonio Genna e Rosanna Croce) dovrà decidere se confiscare o restituire, in tutto o in parte, il patrimonio stimato dalla Guardia di finanza in circa 120 milioni di euro.

Romano ha nominato un pool di difensori, composto fra gli altri dagli avvocati Salvatore Pennica e Lillo Fiorello, che avranno il compito di dimostrare la legittima provenienza dei beni che, invece, secondo la Dda sarebbero il frutto delle sue connivenze con Cosa Nostra. Ieri mattina l’avvocato Pennica ha chiesto che a una delle socie di un’attività, la Mediterranea Cavi, che interviene nel procedimento come “parte terza”, sia nominato un tutore perché incapace di intendere e volere. La richiesta è stata accolta dai giudici che hanno rinviato al 20 giugno. 

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