"Fece sparire milioni di euro dalle sue imprese", condannato imprenditore in odore di mafia
Quattro anni e sei mesi di reclusione sono stati inflitti a Calogero Romano, 63 anni; 2 anni al figlio Leandro
Secondo i giudici fece sparire capitali, mezzi e risorse dalle sue imprese con operazioni simulate e distribuzioni di utili indebite: l’obiettivo era far finire tutto in altre aziende del suo stesso gruppo con la sola finalità di sottrarsi ai debiti in vista del fallimento. I giudici della seconda sezione penale, presieduta da Giuseppe Miceli, hanno condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione l'imprenditore di Racalmuto, Calogero Romano, 63 anni, accusato di bancarotta fraudolenta insieme al figlio Leandro al quale sono stati inflitti due anni di reclusione.
Bancarotta, chiesta condanna a 8 anni
Il pubblico ministero Cecilia Baravelli, all’udienza precedente, aveva chiesto 8 anni di reclusione per il padre e 3 anni e 9 mesi per il figlio. Due le imprese al centro delle presunte distrazioni per almeno due milioni di euro: la Mediterranea Cavi e la Ierre nelle quali entrambi sono stati amministratori di fatto e di diritto.
Il pm Baravelli, peraltro, aveva chiesto anche la trasmissione degli atti al proprio ufficio perché Calogero Romano, sul quale pende un processo in appello per concorso esterno in associazione mafiosa (in primo grado, condanna a 6 anni e mezzo), avrebbe prodotto agli atti una foto con un'intestazione falsificata mostrandola a un teste proprio nell'ultima udienza prima della chiusura del dibattimento.
Dopo la requisitoria, i difensori, gli avvocati Pierluigi Cappello e Raffaele Palermo, avevano invece chiesto l'assoluzione sostenendo che "tutte le operazioni sono state compiute in assenza di dolo e che la ricostruzione delle operazioni al centro del processo presenta evidenti lacune".