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Mafia Canicattì

Niente audizione dal vivo, ma il pentito Quaranta torna a deporre

I giudici della seconda sezione penale decidono di sentirlo in video collegamento al processo Vultur

Niente trasferta fuori dalla Sicilia per interrogare il neo collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta: i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento hanno deciso che l’ex capomafia di Favara, al processo scaturito dall’inchiesta “Vultur”, sarà sentito in videocollegamento col tribunale di Agrigento. I difensori, gli avvocati Giovanni Castronovo, Santo Lucia, Angela Porcello e Giuseppe Barba, dopo la produzione dei verbali di interrogatorio fatta dai pm, avevano chiesto di sentirlo di persona, magari in una località fuori dalla Sicilia, per “una maggiore genuinità della sua deposizione, essendo peraltro necessario mostrargli alcuni album fotografici e fargli effettuare dei riconoscimenti”.

Gli imputati del processo scaturito dall’inchiesta “Vultur”, che ha fatto luce sulle dinamiche mafiose di Canicattì e Camastra, sono quattro. Nella lista: Rosario Meli, il figlio Vincenzo Meli, 46 anni; Calogero Piombo, 65 anni, di Camastra; e Calogero Di Caro, 70 anni, di Canicattì. Le accuse ipotizzate sono di associazione mafiosa ed estorsione. Il personaggio principale è Rosario Meli, detto “u puparu”, figura di spicco della mafia anche in passato, al quale si contesta di essere stato il capo della famiglia mafiosa di Camastra e di avere avuto un ruolo anche nella campagna elettorale che, nel giugno del 2013, portò all’elezione del sindaco Angelo Cascià. Quaranta, nei verbali di interrogatorio davanti ai pm della Dda, ha confermato il suo ruolo ipotizzato dagli inquirenti. 

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