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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mafia Canicattì

Blitz antimafia "Nebrodi", torna ai domiciliari il notaio di Canicattì

Il gip Salvatore Mastroeni ha accolto la richiesta della Procura per il ripristino della custodia cautelare dopo che i giudici del Riesame avevano disposto l'annullamento dei provvedimenti restrittivi per vizi di forma

Tornano agli arresti i dieci indagati della vasta operazione antimafia denominata "Nebrodi".

Il gip Salvatore Mastroeni ha infatti accolto la richiesta della Procura per il ripristino della custodia cautelare dopo che i giudici del Riesame avevano disposto l'annullamento dei provvedimenti restrittivi per vizi di forma sui procedimenti.

L'inchiesta sulla mafia dei Nebrodi, annullato per un vizio di forma l'arresto del notaio canicattinese

La scorsa notte gli uomini dei Ros dei carabinieri insieme ai finanzieri del Gico, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito i provvedimenti.

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E' scattata una nuova misura cauterlare nei confronti del notaio palermitano, con studio a Canicattì, Antonino Pecoraro di 74 anni, Sebastiano Bontempo Scavo, Andrea Caputo, Antonino Agostino Marino, Giuseppe Scinardo Tenghi, Salvatore Dell'Albani, Giuseppe Ferrera, Innocenzo Floridia, Massimo Pirriatore, Danilo Rizzo Sciacca e Giuseppe Villeggiante.

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Lo scorso 15 gennaio l’operazione condotta dalla Dia di Messina, che ha smantellando i clan dei Bontempo-Scavo e dei Batanesi, portò il gip del tribunale di Messina, all’emissione di 94 misure cautelari, 48 in carcere e 46 ai domiciliari.

Il notaio Pecoraro, a metà gennaio, era stato arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il professionista, difeso dagli avvocati Sergio Monaco e Alberto Gullino, è indagato per avere consentito il fittizio trasferimento della proprietà di una serie di terreni localizzati nelle province di Enna e Messina, sulla catena montuosa dei Nebrodi: passaggi che, nell’ottica accusatoria, avevano lo scopo di concentrare il possesso di un gran numero di ettari nelle mani di prestanome dei boss della zona di Tortorici (Messina), appartenenti alle cosche dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, in modo da ottenere più contributi dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, e dall’Unione europea.

(fonte: MessinaToday)

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