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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia Racalmuto

Mafia, il maxi sequestro di beni di Romano approda in aula

Inizia il procedimento di prevenzione per discutere se confiscare un "impero" di 120 milioni di euro

Il provvedimento che ha disposto, nelle scorse settimane, il maxi sequestro dei beni dell’imprenditore di Racalmuto, Calogero Romano, approda in aula davanti alla sezione Misure di prevenzione del tribunale. Il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco (a latere Antonio Genna e Rosanna Croce) dovrà decidere se confiscare o restituire, in tutto o in parte, il patrimonio stimato dalla Guardia di finanza in circa 120 milioni di euro. Romano ha nominato un pool di difensori, composto fra gli altri dagli avvocati Salvatore Pennica, Lillo Fiorello, Girolamo Bongiorno e Carmelo Bruccoleri, che avranno il compito di dimostrare la legittima provenienza dei beni che, invece, secondo la Dda sarebbero il frutto delle sue connivenze con Cosa Nostra. Ieri c’è stato un primo passaggio in aula con un rinvio per una mancata notifica. La “battaglia” prosegue il 16 maggio.

Connivenze con Cosa Nostra, scatta sequestro da 120 milioni di euro

Romano è titolare o socio di numerose aziende che operano nel campo delle telecomunicazioni e della fibra ottica, nel settore edile e anche di un autodromo. 

L'operazione, denominata in codice "Valle dei Templi" dal nome dell'autodromo omonimo, ha portato al sequestro di società, aziende, immobili, auto, conti correnti e perfino dello stesso impianto sportivo che sorge a Racalmuto, paese d'origine dell'imprenditore. Nel 2016, Calogero Romano era stato condannato dal Tribunale di Agrigento a sei anni e sei mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

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