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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Mafia, operazione Montagna: imputato ai domiciliari dopo parziale assoluzione

Cade l'accusa di associazione per Calogero Maglio e il giudice lo manda a casa, agli arresti col braccialetto elettronico: rigettate la richiesta per il cugino del boss

Tre mesi dopo la sentenza del maxi processo scaturito dall’operazione antimafia “Montagna”, che ha disarticolato il nuovo mandamento mafioso della provincia di Agrigento, arrivano le prime decisioni sulle scarcerzioni.

Il gup del tribunale di Palermo, Marco Gaeta, che il 25 luglio ha deciso 35 condanne e 19 assoluzioni, ha sostituito, in accoglimento della richiesta degli avvocati Giovanni e Tanja Castronovo, la misura del carcere per il favarese Calogero Maglio, 52 anni, con quella dei domiciliari. Il giudice, in considerazione dell’assoluzione dall’accusa di associazione mafiosa, gli ha applicato gli arresti in casa col braccialetto elettronico, ritenendo che le esigenze cautelari fossero attenuate. Maglio, dal 22 gennaio del 2018, si trovava in carcere con l’accusa di essere un affiliato della famiglia mafiosa di Favara oltre che per un’ipotesi di tentata estorsione e due di truffa. Il giudice, peraltro, per due delle tre ipotesi contestate, ha escluso l’aggravante del favoreggiamento dell’associazione mafiosa infliggendogli una condanna a 4 anni e 8 mesi. 

Istanza di sostituzione della misura rigettata, invece, per Daniele Fragapane, 34 anni, di Santa Elisabetta. L’ex calciatore, cugino del presunto capo del mandamento Francesco Fragapane, difeso dall’avvocato Giuseppe Barba, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa: alla luce del ridimensionamento dell’accusa di partecipazione all’associazione mafiosa, quindi, la difesa aveva proposto un alleggerimento della misura. 

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