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"In cella rischia il contagio da Coronavirus", chiesta scarcerazione per per presunto affiliato

Il legale del trentasettenne Vincenzo Sanzo, ritenuto legato al clan del boss Antonio Massimino, sollecita gli arresti domiciliari: "Non può restare in una cella di tre metri per due"

"In una cella di tre metri per due insieme ad altri detenuti rischia il contagio da Coronavirus, bisogna salvaguardare la sua salute mandandolo agli arresti domiciliari". 

Con queste motivazioni l'avvocato Salvatore Pennica chiede al gup di Palermo, Fabio Pilato, di sostituire la misura cautelare nei confronti di Vincenzo Sanzo, 37 anni, arrestato nell'ambito della maxi inchiesta Kerkent con l'accusa di far parte della banda di narcotrafficanti messa in piedi dal boss Antonio Massimino per finanziare la famiglia mafiosa in corso di riorganizzazione.

Sanzo è attualmente detenuto nel carcere di Caltanissetta, dove - secondo il suo legale - le condizioni di sicurezza imposte dalle autorità, vale a dire il distanziamento di un metro da ogni altra persona, non sono rispettate.

"Le esigenze cautelari - ha scritto il difensore nell'istanza - sarebbero garantite ugualmente in regime di arresti domiciliari". Il giudice deciderà nelle prossime ore.

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