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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Mafia, lo smartphone del boss Massimino in laboratorio: primi responsi

Non sembrano esserci, secondo indiscrezioni, dati di particolare interesse investigativo nel telefono del capomafia finito di nuovo in carcere per estorsione

Non sembra esserci nulla di significativo sullo smartphone del boss Antonio Massimino, 48 anni, finito in carcere l’8 novembre nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza tre ipotesi di tentata estorsione mafiosa. Ieri mattina a Caltanissetta, nel laboratorio della Digital Italian Forensic, il suo telefono è stato passato al setaccio.

Il consulente dei pubblici ministeri della Dda, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, esaminerà il telefono a caccia di messaggi, appunti, foto e altro materiale che possa dare altri elementi all'indagine sulla nuova famiglia mafiosa di Villaseta. Intanto, dalle prime indiscrezioni, pare che non fosse neppure installata l’applicazione della posta elettronica e che non vi fossero messaggi o materiale ritenuto di particolare interesse investigativo. Massimino, difeso dall’avvocato Salvatore Pennica, ieri presente alle operazioni tecniche, è stato fermato dalla Dia perchè si temeva potesse fuggire in Belgio.

Insieme al boss, tornato libero poco più di un anno prima (in mezzo un altro arresto per violazione degli obblighi con assoluzione per direttissima), era finito in carcere anche il suo presunto braccio destro Liborio Militello, 49 anni. 

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